2016/07/27

1971/07/27: Il lancio di Apollo 15 sul “Corriere della Sera”


La prima e la seconda pagina de "Il Corriere della Sera" di martedì 27 luglio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Ha avuto inizio la spettacolare missione spaziale

I tre di Apollo 15 verso la Luna

Al lancio, avvenuto alle 15,34, ha assistito un milione e mezzo di persone che si accalcavano nella zona di Cape Kennedy - Undici minuti e quarantotto secondi dopo la partenza l'immissione in orbita terrestre - Senza difficoltà la complessa manovra del "docking" fra la cabina di comando e il LEM - Scott e Irwin scenderanno sulla superficie selenica alle 0,15 di sabato (ora italiana) - Allarme nella notte

Dal nostro inviato speciale.

CAPO KENNEDY, 26 luglio.

Altri tre uomini sono da oggi in viaggio per la Luna. Gli astronauti David Scott, James Irwin e Alfred Worden, a bordo dell'"Apollo 15", si sono involati verso il cielo con un fantastico balzo. Ora percorrono sicuri la traiettoria interplanetaria che li porterà sul nostro satellite. Alle 15:34 (ora italiana), una voragine di fuoco, una nube immensa di fumo e di vapori, un boato ossessionante che si è riverberato per decine di chilometri lacerando i nostri timpani e facendo fremere l'aria e la terra, ci ha dato il segnale del "blast-off". Il gigantesco razzo "Saturno", con il suo prezioso carico umano, di strumenti e di macchine, si è staccato rapidamente dalla rampa di sostegno. Per un attimo è rimasto come fermo, sospeso a mezz'aria, poi è partito di scatto verso l'azzurro, diventando sempre più veloce e sempre più piccolo.

L'applauso

Per circa un minuto dalla tribuna stampa, quasi tremila giornalisti e cine-operatori di ogni parte del mondo (cui all'esterno della grande base spaziale di Capo Kennedy facevano ala non meno di un milione e mezzo di persone che avevano occupato con le auto, con le tende, con le roulottes ogni metro di spazio disponibile) hanno potuto seguire ben al di là di un leggerissimo velo di nubi che si era disteso sopra le nostre teste mezz'ora prima del lancio, l'affascinante cammino dell'astronave: un globo di fuoco che saliva sempre più in alto, sfuggendo all'attrazione gravitazionale della Terra. Poi, anche la sfera fiammeggiante è diventata troppo piccola perché potessimo continuare a vederla: si è dissolta nel blu più intenso, che per gli astronauti era già diventato il nero pece dello spazio cosmico: un impenetrabile tappeto buio che i puntini delle stelle e il globo del sole non riescono a rischiarare. Da ora in poi, per dodici giorni, questo sarà l'unico allucinante colore che Scott e i suoi compagni vedranno intorno alla loro astronave.

Nel cielo di Capo Kennedy due lunghe scie di fumi e di vapori, scaricate nell'aria dagli ugelli del razzo, dapprima dritte come lame si sono piegate si sono piegate a serpentina per disperdersi infine in mille geroglifici per effetto dei venti d'alta quota. Quando il tuono del Saturno si è spento, dalla tribuna stampa è esploso un applauso prolungato. Anche chi - come chi scrive - se si considera ormai un veterano di questi spettacoli, non riesce a sottrarsi all'emozione che suscita la partenza di tre uomini per la Luna, con un ordigno del genere. C'è chi ride, chi grida, chi si commuove fino alle lacrime. A tutti indistintamente viene la pelle d'oca.

Due piccoli nei

Perfette come la partenza sono state anche le prime, delicate e complesse manovre richieste per ogni viaggio lunare. Questa volta tali operazioni erano ancor più complicate dal fatto che si sta mandando verso il satellite della Terra un carico di strumenti molto maggiore di quanto era avvenuto fino ad ora.

Vi sono stati due piccoli inconvenienti. Poco prima di entrare in orbita, undici minuti e 48 secondi dopo la partenza, Scott si è accorto che la valvola che regola il sistema dei piccoli razzi attitudinali del veicolo di servizio si era chiusa, probabilmente per effetto delle violente sollecitazioni subite dal "treno spaziale" al momento della partenza o alla violenta accelerazione impressa alle astronavi dall'accensione del secondo stadio. Quando i veicoli si trovavano a più di 52 miglia da noi, il comandante dell'"Apollo 15", in collegamento con la centrale di Houston, ha rilevato l'anomalia e ha provveduto a rimettere in sesto la valvola. L'altra discrepanza sul piano di volo si è avuta quando, dopo l'abbandono dell'orbita di parcheggio intorno alla Terra, ad una quota di circa 147 chilometri, alla velocità di 28 mila chilometri orari, è stato acceso il terzo stadio del Saturno per iniziare la traiettoria translunare. L'unico potentissimo motore del razzo ha sviluppato una temperatura più alta del previsto, fornendo una spinta più elevata. Secondo il piano di volo il razzo avrebbe dovuto rimanere in funzione per cinque minuti e 55 secondi, per ottenere la seconda velocità cosmica (circa 40 mila chilometri orari) e sfuggire alla gravitazione terrestre.

Il distacco

Per non subire un'accelerazione più grande di quella stabilita dai calcoli (il che avrebbe costretto a un cambio dei piani di volo) il motore è stato spento con cinque secondi di anticipo e tutto è ripreso regolarmente. Una volta sulla strada della Luna, si sono svolte alla perfezione anche le manovre per il distacco dell'astronave dalla parte terminale del Saturno, per il rendez-vous con l'astronave lunare e per l'aggancio con essa. Eseguito il docking, senza alcuna apparente difficoltà e in brevissimo tempo, l'Apollo  con attaccato sul vertice il veicolo lunare e agganciato alla base il razzo di servizio si è posto nel previsto assetto di volo. Gli astronauti - nei brevi intervalli delle interminabili "check list" riguardanti il controllo delle varie apparecchiature - hanno anche scambiato qualche parola con i controllori di Houston, i quali avevano preso le redini della missione.

Fra i più entusiasti del perfetto inizio del viaggio dell'Apollo 15 sono stati il direttore dei futuri programmi della NASA, Werner von Braun, e il direttore del Centro spaziale di Capo Kennedy, Kurt Debus, che insieme ad una folla di autorità e personalità americane e straniere aveva assistito al lancio dalla sala di controllo. Debus ha detto: "Fieri dei risultati della nostra tecnologia e delle possibilità per le conoscenze scientifiche offerte dal programma Apollo che ha portato l'America al primo posto nelle attività spaziali, frustrati talvolta dalla nostra incapacità di far capire in pieno sia agli uomini politici sia a molta altra gente, gli incommensurabili benefici che provengono all'uomo dalle imprese cosmiche, speriamo - ha detto Debus - crediamo fermamente che i programmi spaziali servano per unificare la famiglia umana nell'esplorazione dell'universo a vantaggio della vita sulla Terra. Quando ci si chiede perché mandiamo uomini sulla Luna è facile rispondere. Posso dire - ha proseguito Debus, riferendosi alla missione dell'Apollo 15 - che si tratta del volo umano più ambizioso e più ricco di scopi scientifici: è la prima, vera e propria impresa dedicata interamente alla scienza". Scott e i suoi compagni, come vedremo dettagliatamente nei prossimi giorni, hanno da compiere una mole di lavoro semplicemente sbalorditiva. A parte le attese scorrerie con l'automobile elettrica che ha suscitato il maggior interesse del pubblico, poiché è destinata ad inaugurare l'era delle quattro ruote sulle lande lunari, i tre uomini di Apollo 15 dovranno compiere esperimenti e ricerche di ogni genere: da quelli riguardanti la Luna e la Terra a quelli che si riferiscono all'evoluzione del sistema solare, alla più profonda conoscenza dell'astro che ci dà vita e delle sue interazioni con il nostro pianeta, alle reazioni del nostro organismo nell'ambiente lunare e interplanetario.

Fra gli ospiti di riguardo presenti al lancio molto complimentato il deputato italiano Emilio Pucci che, nella sua qualità di designer di alta moda, fu incaricato dalla NASA di inventare l'emblema dell'Apollo 15: i tre boomerang con i colori della bandiera stellata (bianco, blu e rosso) che volano incrociati sullo sfondo della superficie lunare. Il boomerang vuole significare che, come la famosa arma australiana, i tre uomini partiti oggi ritorneranno sul nostro pianeta.

Eravamo giunti al "Press Site" poco prima dell'alba, dopo una notte di violenti temporali che avevano squassato l'aria intorno a Capo Kennedy facendo temere a molti un rinvio della partenza nonostante le precise assicurazioni dei meteorologi. Fortunatamente avevano ragione loro, anche se - come aveva fatto rilevare ieri sera il direttore delle operazioni di lancio Walter Kapryan - il Saturno è ormai collaudato perfino dai fulmini: dal 14 giugno scorso ben undici saette si sono scaricate sulle colossali strutture metalliche della torre di servizio che abbracciava il razzo, senza che questo subisse danni. Verso le due  (corrispondenti alle otto italiane) gli "storms" si sono dileguati. Quando siamo arrivati davanti alla rampa, il cielo era tornato limpido, le potenti lame di luce dei riflettori che inquadravano il gigantesco razzo, mostrandocelo in tutta la sua fantastica bellezza, in tutta la sua imponenza, si stagliavano contro il cielo per scomparire nell'infinito blu-nero dell'orizzonte, creando per quanto riguarda il razzo quasi l'impressione di una stella lucentissima posata in terra ma pronta a risalire nel suo ambiente.

La visione di questo veicolo, alto come il grattacielo Pirelli di Milano e che costituisce il congegno più perfetto dell'intelligenza, creato dall'inventiva, dall'abilità tecnica dell'uomo, per inviare i rappresentanti della nostra specie ad esplorare la Luna, e penetrare i segreti dello spazio interplanetario, a sfidare le leggi del cosmo, non finirà mai di affascinare, di suscitare emozioni, di accendere la fantasia.

Dai vari stadi di Saturno spessi pennacchi di vapori bianchi che si dissolvevano nell'aria ci hanno dato la prova che il riempimento dei serbatoi con i propellenti era stato ultimato regolarmente: qualcosa come 1 milione 487 mila chilogrammi di ossigeno liquido per il primo stadio, cui si debbono aggiungere gli oltre 700 mila chilogrammi di kerosene già defluiti nei serbatoi nei giorni scorsi; 376 mila chilogrammi di ossigeno liquido più 71 mila chilogrammi di idrogeno per il secondo stadio; 105 mila chilogrammi degli stessi propellenti sempre allo stato liquido per il terzo stadio.

La sveglia

Quel fumo proveniva dalle grosse valvole di scarico degli enormi serbatoi che non possono mai rimanere ermeticamente chiusi per evitare pericoli di scoppio. Si tratta di sostanze a bassissima temperatura che per effetto del riscaldamento esterno tornano allo stato gassoso e si espandono. Per questo i serbatoi del razzo vengono di continuo riforniti fino al momento della partenza.

A quell'ora per Scott, Irwin e Worden era già suonata la sveglia. L'ultima visita medica di controllo, un saluto per telefono ai familiari, poi la colazione; succo d'arancia, toast, due uova, una bistecca. Alle 5,39, accompagnati dal comandante degli astronauti della NASA, Donald Slayton, i tre esplorati lunari erano entrati nella sala bianca per la vestizione degli scafandri di volo. Il rito era durato circa un'ora. Poi - con i caschi ormai ermeticamente chiusi, la valigetta dell'ossigeno in mano, già isolati dall'ambiente terrestre per quanto riguarda la respirazione - essi hanno attraversato l'atrio a pian terreno dell'edificio loro riservato e sono usciti all'aperto per prendere posto sullo speciale autobus che li avrebbe condotti alla rampa di partenza. Una folla di tecnici della NASA, di giornalisti, di curiosi, di amici e di parenti dei tre astronauti hanno improvvisato una calorosa manifestazione di saluto e di augurio. Scott e i suoi compagni hanno sorriso rispondendo con un cenno della mano.

Le spie accese

Quando leggerete queste note, Scott, Irwin e Worden con la loro astronave avranno già compiuto un bel po' di strada nello spazio interplanetario.

Fino a giovedì prossimo, l'Apollo 15 continuerà la sua corsa verso il satellite della Terra, senza altre emozioni. L'atterraggio sulla Luna di Scott e Irwin è previsto per le 18,15 di venerdì (ora di Nuova York corrispondenti alle 0,15 di sabato ora italiana). I due astronauti resteranno fra le lande seleniche per 67 ore, mentre Worden orbiterà da solo intorno alla Luna, in attesa di riprendere a bordo i due compagni.

Oggi mentre l'Apollo 15 girava intorno alla Terra, Nixon - il quale aveva assistito alla trasmissione televisiva del lancio nella sua residenza di Camp David, poco lontano da Washington - aveva espresso il proprio compiacimento per la perfetta riuscita di questa prima delicata fase della missione.

All'ultima ora si apprende che a bordo dell'"Apollo" hanno registrato un'inconveniente che, per ora, sembra da poco. Due luci del quadro di comando si sono accese e due spie sembra che si siano accese anche nella sala di controllo. Sono le lampadine che indicano l'apertura delle valvole che immettono propellente nel motore principale del veicolo di servizio per la sua accensione. Il motore, ovviamente, non si è acceso. I tecnici della NASA ritengono che si tratti di un corto circuito nel pannello di controllo e che si tratti di un inconveniente rimediabile. Ma se le valvole fossero realmente aperte forse ciò potrebbe significare qualcosa di più grave, come la perdita di propellente. Il guasto si è verificato subito dopo il "docking" fra l'astronave lunare e l'"Apollo", una volta immessi nella traiettoria interplanetaria.

I responsabili del volo hanno fatto sapere che se i "tests" e i controlli che sono ora iniziati non dimostreranno il perfetto funzionamento del motore del veicolo di servizio e di tutte le apparecchiature delle astronavi, non vi sarebbe l'atterraggio sulla Luna ma soltanto un giro intorno al globo selenico come avvenne per l'"Apollo 13".

Tuttavia vi è la diffusa speranza che il guasto sia superabile. (G.C.M.)