2016/07/31

1971/07/31: Video e foto della prima EVA di Scott e Irwin


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1971/07/31: La prima visione dal "Falcon" degli Appennini Lunari

Su richiesta dei due astronauti Scott e Irwin, fatta prima della partenza, la NASA consente loro di effettuare una serie di controlli e fotografie attraverso il boccaporto superiore del Modulo Lunare dopo l’atterraggio, allo scopo di avere una migliore visione del luogo dove sono atterrati.

A due ore dall’allunaggio nel Mare delle Piogge, il comandante della missione, David Scott, salendo sulla copertura del motore di risalita, scatta una serie di fantastiche fotografie della vicina superficie delle maestose montagne circostanti: gli Appennini di Hadley.

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1971/07/31 15:24 IT: La discesa di Scott: la diretta della CBS

1971/07/31: Le prime ore sulla Luna – Ricognizione in cima al LM e riposo

Subito dopo l’atterraggio sulla Luna, nelle vicinanze della Rima di Hadley che è la loro destinazione esplorativa, Scott e Irwin configurano il Modulo Lunare per i tre giorni che trascorrerà sulla Luna. Il LM dovrà sopportare tre giorni di esposizione al Sole su un lato e tre giorni d’ombra sull’altro: per questo è dotato di una coperta termica metallizzata multistrato (il rivestimento esterno che molti scambiano per carta stagnola).

Il Modulo di Comando usa il “metodo barbecue” (Passive Thermal Control, formalmente), ossia ruota lentamente sul proprio asse longitudinale per uniformare la propria esposizione al Sole e all’ombra e quindi evitare divari di temperatura che rovinerebbero lo scudo termico e causerebbero problemi termici nei serbatoi di propellente, ma il Modulo Lunare, una volta posato al suolo, non ha questa possibilità.

Subito dopo l’allunaggio, nel corso della propria orbita Al Worden ha sorvolato la zona dove si è posato il Falcon ma non è riuscito ad avvistarlo.

Una delle zampe del LM è finita in un piccolo cratere, per cui l’assetto del veicolo è piuttosto inclinato (circa 7 gradi all’indietro e 8.6 gradi verso sinistra, poco più di Apollo 14): nulla di preoccupante, anche se c’è un limite d’inclinazione oltre il quale la ripartenza sarebbe impossibile.

Le conversazioni con Houston sono molto tecniche ma punteggiate da momenti di umorismo per addetti ai lavori. Per esempio, il Capcom chiede all’equipaggio se riesce a localizzare il Cratere Falcon. Scott, dalla Luna, risponde “Credo che ci siamo dentro”, scatenando le risate a Houston. La ragione dell’ilarità è che Scott e Irwin, prima di partire, avevano deciso che qualunque cratere in cui fossero atterrati sarebbe stato battezzato “Cratere Falcon”.


1:30 IT. Worden, nel Modulo di Comando, inizia le fotografie scientifiche dall’orbita lunare.


2:16 IT. Inizia il primo compito esplorativo di Apollo 15, una novità di questa missione: la “stand-up EVA”, o “attività extraveicolare in piedi”. L’equipaggio, mentre indossa le tute pressurizzate (come ha fatto durante l’allunaggio), apre il portello superiore del LM, e Scott si mette in piedi sul motore di risalita del LM e si sporge con il tronco dal portello. Questo gli permette di effettuare una ricognizione visiva della zona di allunaggio da sopra il LM, a circa otto metri d’altezza: un preliminare importante, perché se risulta che la zona è costellata di massi (non visibili nelle foto scattate dalle sonde orbitali) sarà impossibile muoversi con il Lunar Rover, l’auto elettrica che è la grande novità di Apollo 15. L’attività di ricognizione è documentata in dettaglio della sezione Stand-Up EVA dell’Apollo Lunar Surface Journal.

Le foto in bianco e nero della Stand-Up EVA sono nel caricatore 85 LL e formano una dettagliatissima panoramica (scatti da 11353 a 11382, assemblati qui sotto da Dave Byrne).







Un’altra innovazione di Apollo 15 è l’uso di un obiettivo da 500 mm, mai portato dalle missioni precedenti, che consente foto in dettaglio di oggetti lontani. Scott usa anche questo obiettivo per scattare una serie di foto dall’alto del LM con un caricatore, l’84MM, che contiene pellicola in bianco e nero. Gli scatti sono da 11235 a 11249.

Ci sono anche delle immagini a colori della ricognizione preliminare: sono nel caricatore 87KK (da 11730 a 11744) e formano la panoramica mostrata qui sotto, creata da Dave Byrne.





2:49 IT. Termina la “stand-up EVA”, che ha permesso a Scott e Irwin di conoscere meglio la zona di atterraggio. Il portello viene richiuso e la stretta cabina del LM viene ripressurizzata.


2:59 IT. Piccola gaffe degli astronauti lunari: Irwin chiede a Scott se è “pronto a effettuare un piccolo trasferimento di urina” e Scott gli dice “Fai pure, vai prima tu” senza rendersi conto che hanno i microfoni aperti e quindi le loro conversazioni vengono captate a Terra. Il Controllo Missione li avvisa garbatamente.

107:25:07 Irwin: Okay. Are you ready to do a little urine transfer?

107:25:09 Scott: Go ahead. You first. (Pause)

107:25:17 Allen: And, Hadley Base. Be advised, you're still on VOX.



3:54 IT. Scott e Irwin consumano un pasto freddo: non c’è modo di scaldare il cibo nel Modulo Lunare.


5.32 IT. Gli astronauti si congedano via radio da Houston e si preparano per la prima notte di sonno sulla Luna. Nel Modulo Lunare è notte solo per modo di dire: in realtà nella zona di Hadley è l’alba, che durerà per tutti e tre i giorni della permanenza sulla Luna, visto che un “giorno” lunare dura due settimane terrestri. Gli astronauti oscurano i finestrini del LM e si adagiano nelle amache appese nell’abitacolo. A differenza degli equipaggi precedenti, dormono senza indossare le tute spaziali, per cui sono molto più comodi dei loro predecessori.

1971/07/31: La prima pagina de "La Stampa" informa dell'allunaggio del "Falcon" con a bordo Scott e Irwin


La prima pagina de "La Stampa" di sabato 31 luglio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti)


Nella "Palude della Putredine" tra monti alti 4000 metri

Da mezzanotte sulla luna

Il distacco del Lem dall'astronave-madre è avvenuto alle 20,20 di ieri, dopo un primo tentativo fallito - Scott e Irwin, a bordo del «modulo», si sono quindi diretti verso la zona di sbarco mentre Worden orbitava in alto - Alle 0,14 di stamane, l'arrivo sul suolo lunare, in prefetto orario - La manovra conclusiva compiuta a mano - Oggi alle 15,24 gli astronauti usciranno all'esterno per una «escursione» con la speciale automobile - L'impresa sarà trasmessa in diretta dalla tv

(Dal nostro corrispondente)
New York, 30 luglio.

Il modulo «Falcon» è sulla Luna, e tra poche ore David Scott e James Irwin ne usciranno per la prima escursione automobilistica della storia. L'allunaggio è avvenuto alle 0,14 italiane in perfetto orario. Con dolcezza e sangue freddo, il comandante Scott ha guidato l'apparecchio quasi sul punto scelto - a meno di cento metri di distanza - diminuendone la velocità, da cinque a un piede al secondo, nella fase conclusiva. Uno scrosciante applauso ha salutato da Houston l'eccezionale manovra.

Oggi pomeriggio, per qualche istante, s'era temuto che la missione fallisse. Il distacco del modulo dalla cabina non era infatti riuscito al primo tentativo. Un mancato collegamento dei cavi elettrici tra le due parti dell'Apollo 15 aveva impedito alla sonda di aggancio e sgancio di scattare. Il distacco ha avuto luogo 20 minuti più tardi circa, scoperto e rimediato il contrattempo. Nonostante gli ostacoli, la missione è finora un grande successo.

Scott ha acceso il motore del «Falcon» alle 0,03 ad una altezza di 18 chilometri dalla superficie selenica. L'apparecchio s'è mosso docilmente, raddrizzandosi durante il sempre più veloce tragitto. Dopo due minuti circa il computer ha corretto un errore di 900 metri nella traiettoria. Poco più tardi, Houston ha avvertito i due astronauti di tenersi pronti al quarto sbarco umano sul satellite. I momenti finali hanno tenuto milioni di persone in tutto il mondo legate ai teleschermi, col cuore in gola. «Cinquecento metri» ha detto Scott, dopo aver preso i comandi a mano. Irwin ha incominciato a leggere le cifre sul computer. «Quattrocento, trecento, duecento». «Andate bene» li ha esortati Houston.

Il Lem ha percorso l'ultimo tratto con incredibile lentezza, mentre Scott controllava con cura l'accidentato terreno. «Otto metri» ha gridato d'improvviso Irwin. «Contatto». Un attimo di silenzio, e quindi la voce di Scott: «Ci siamo. Abbiamo sollevato un po' di polvere. Il Falcon è stabile. A bordo, tutto a posto». «Siete bellissimi» ha esultato Houston. «Avete superato magnificamente il Mare della Tranquillità e gli Appennini». «Riconosco i crateri» ha aggiunto Scott. «Ecco il cratere Saljut. È esaltante». «Procedete ai controlli» li ha consigliati ancora Houston. «Bene, abbiamo parecchio da fare» ha concluso Scott. I due astronauti si sono taciuti.

Alle 2,10 apriranno lo sportello per descrivere la scena agli scienziati a Terra e scattare fotografie, senza però scendere. Due ore più tardi dormiranno. In orbita, nella cabina Endeavour, Alfred Worden li osserva ed eseguirà esperimenti con la sua strumentazione da 17 milioni di dollari.

Il presidente Nixon ha inviato gli ardimentosi un telegramma di congratulazioni e di auguri, subito ricambiati, anche da Houston. L'atterraggio è stato il più difficile mai compiuto. L'obbiettivo, la Palus Putredinis, è una valle di sette chilometri per dieci tra gli Appennini, alti oltre 4000 metri, e la spaccatura di Hadley Rille, profonda 400 e larga 1600. L'abbiamo vista alla televisione: uno spettacolo maestoso e terrorizzante. «da fare tremare la mente», come ha detto il comandante Scott.

Un errore di tempo o di misura - una frazione di secondo, poche decine di metri - sarebbe stato fatale. La manovra è stata diversa da quelle compiute da Armstrong, Conrad e Shepard. Il Lem s'è abbassato con una inclinazione di 25 gradi anziché di 16, in 12 minuti e 20 secondi anziché in 11 e 32, con un carico maggiore (la sola auto lunare supera i 200 chili) e un maggiore consumo di carburante. L'angolo di visuale dei due uomini era ridotto: essi non hanno potuto discernere la Palus Putredinis che ad un'altezza di 2300 metri, e hanno mancato il momento in cui la navicella ha sfiorato il picco più elevato. Quando Scott ha azionato i comandi a mano, rimaneva poco più di un minuto per centrare il bersaglio.

La prima escursione di Scott e Irwin è prevista per domani, alle 15,24 ora italiana. Durerà quasi sette ore, e sarà teletrasmessa in tutto il mondo. La prima auto guidata, e fornita di telecamere, sistema navigazionale, percorrerà quasi 10 chilometri. Cinque apparecchi saranno installati presso il Falcon per l'invio di dati a Terra. Le successive esplorazioni avverranno domenica e lunedì, la partenza è fissata per le 19,12 di quel giorno.

Le ultime 24 ore, coi preparativi per questo momento emozionante, sono trascorse rapide e dense di avvenimenti. Alle 10,29 di ieri sera, l'Apollo 15 è riapparso da dietro la faccia nascosta della Luna in perfetta orbita. Il motore di servizio, nonostante il parziale guasto di uno dei sistemi di accensione, aveva funzionato a dovere. Per 33 minuti, il centro di Houston era rimasto senza contatto radio con l'astronave, come sempre in questo caso, ma non aveva dato minimo segno d'ansietà.

A un'altezza oscillante tra 18 e 131 chilometri, l'Apollo 15 ha sorvolato montagne e deserti. «Mi sembrava di vedere segni di tempeste di sabbia», ha gridato a un cero punto Scott. «Fotografateli non appena ci ripassate sopra» ha ordinato Houston.

Sorvolando il «Mare della Tranquillità», Irwin ha detto: «Che colori stupendi, vene sono tre diversi, dallo scuro al chiaro, tutta polvere». Il primo sguardo agli Appennini ha indotto Scott a osservare: «Non ricordiamo nessuna delle nostre montagne. Sono quasi rotonde, ma con dei crateri».

Gli astronauti si sono addormentati alle 6,45 di stamane in Italia, e si sono svegliati alle 13,18. La giornata odierna è incominciata con una trasmissione televisiva di 10 minuti dall'Apollo, al passaggio sulla Palus Putredinis. È stato l'attimo più bello ma anche il più inquietante. Per effetto della gravità lunare, l'astronave s'è portata a soli 10 chilometri dalla superficie. «Stiamo chiudendo gli occhi dalla paura», ha urlato scherzosamente Worden. «Riapriteli, non perdete nulla», ha ribattuto Houston. Poco dopo, Scott ha esclamato: «Abbiamo l'impressione di andare a sbattere contro i picchi». «Risalite - hanno ordinato da Terra -. Siete troppo bassi per il Lem. La quota giusta per incominciare la discesa è 18 chilometri». Ancora una volta, il motore, sollecitato, ha funzionato alla perfezione.

La separazione del modulo dalla cabina era prevista dalla parte nascosta della Luna alle 19,48. Ma quando l'Apollo è tornato nel «campo di comunicabilità» di Houston, cinque minuti più tardi, era ancora tutto unito. Si è sentita la voce di Scott: Qualcosa non va, non c'è stata separazione».

Momenti febbrili, incertezza, persino panico hanno minacciato Houston. Ma poco dopo, gli scienziati individuavano il problema. Il complesso di cavi (chiamato «cordone ombelicale») che trasmette energia dalla cabina al modulo non era stato collegato adeguatamente.

«Alfred» ha chiesto il controllore Arden a Worden «va a verificare». Strisciando a sua volta, Worden è arrivato al portello. «Avete ragione» ha detto trionfalmente «il cordone non dà elettricità al sistema d'aggancio e di sgancio». Per qualche secondo ha trafficato con i cavi. «Abbiamo bisogno di cinque minuti» ha annunciato il comandante Scott. E poi: «Ancora altri dieci per favore».

«Se il ritardo supera i 40 minuti» il ha avvertiti Arden da Houston «non potrete atterrare all'ora stabilita». «Niente timore, ci siamo» ha risposto Scott. Worden è ritornato al suo posto, Scott e Irwin sul modulo hanno ritentato il distacco. La sonda è scattata all'impulso elettrico, lasciando libero il «Falcon», «Siete soli» ha esclamato Worden «Buon viaggio». «Arrivederci». Le due parti dell'Apollo si sono progressivamente allontanate. Alle 21,09, sotto la guida di Worden, la cabina Endeavour s'è inserita in un'orbita superiore, Scott e Irwin hanno accelerato gli ultimi preparativi. A Houston, le mogli e i figli degli astronauti hanno tirato un respiro di sollievo.

(Ennio Caretto)

1971/07/31: Al Worden, dall’orbita, fotografa la Rima Hadley a 262 megapixel

Questa è l’immagine AS15-M-0414, scattata il 31 luglio 1971 da Al Worden, a bordo del Modulo di Comando, usando la Metric Camera situata nel Modulo di Servizio. È una foto molto particolare perché mostra la zona di allunaggio di Apollo 15, la Rima Hadley, e la mostra proprio mentre Scott e Irwin erano lì, sulla Luna.

La Rima Hadley è il canale sinuoso al centro dell’immagine: il sito di allunaggio di Apollo 15 è nella zona pianeggiante che si trova praticamente al centro di questa foto.




La foto qui sopra misura 4048x4048 pixel ed è la versione a media risoluzione: sul sito della Arizona State University c'è la scansione ad alta risoluzione (16.000x16.000 pixel).

Un dettaglio della foto dà una buona idea della qualità eccezionale delle immagini della Metric Camera di Apollo 15 e della sua pellicola. Il cerchietto indica la zona di atterraggio del LM.




Si può ingrandire ulteriormente l’immagine, ma il LM è comunque troppo piccolo per essere visto.




Tuttavia il 13 luglio 2009 la sonda Lunar Reconnaissance Orbiter ha scattato l'immagine mostrata qui sotto, che mostra la zona riquadrata nella foto precedente: in alto, sulla sinistra, si nota la scritta “LM”, che identifica il Modulo Lunare di Apollo 15. Le altre diciture identificano i luoghi visitati dall’equipaggio seguendo il percorso tracciato in questa mappa del Museo Smithsonian.




Un ulteriore ingrandimento di quest’immagine LRO del 2009 permette finalmente di scorgere l’ombra allungata orizzontalmente dello stadio di discesa del Modulo Lunare, al centro della foto:




È molto interessante confrontare l’immagine qui sopra, scattata appunto nel 2009, con quelle scattate da Apollo 15 usando la Panoramic Camera montata nel Modulo di Servizio e in particolare con la AS15-P-9377, di cui qui sotto è mostrato un dettaglio. Questa immagine fu scattata il 31 luglio 1971 da una quota di 101,22 km durante la sedicesima orbita del Modulo di Comando e Servizio Endeavour. La freccia indica l’ombra del LM Falcon, fotografata circa un’ora dopo la Stand-Up EVA di Dave Scott. A differenza della foto LRO del 2009, che mostra solo lo stadio di discesa del LM, qui il LM è ancora completo (stadio di discesa e stadio di risalita).




Nelle fotografie dall’alto è difficile apprezzare i rilievi del terreno. Per fortuna la Rima Hadley fu fotografata da Al Worden anche con la fotocamera a mano Hasselblad, per esempio in questo scatto, AS15-87-11717, che permette di capire meglio la forma degli avvallamenti e delle alture. La freccia indica l’ubicazione del LM. Anche in questo caso la foto fu scattata mentre Scott e Irwin erano sulla Luna.




Per finire c'è un’altra bella immagine della Rima Hadley, scattata con la Metric Camera l’1 agosto 1971, sempre durante la presenza di Scott e Irwin sulla superficie lunare: è la AS15-M-1537. Questa foto è disponibile a 16.193x16.193 pixel, ossia 262 megapixel.

1971/07/31 00:16 IT: Scott e Irwin sono sulla Luna!

In questo video tratto dall’Apollo Flight Journal della NASA, a 11:35 inizia il filmato ripreso dall'interno del Modulo Lunare Falcon dell'allunaggio ai piedi degli Appennini Lunari.


La ripresa della discesa è disponibile in buona qualità senza commenti e a schermo intero qui su Youtube.

2016/07/30

1971/08/01 146:16:00 GET: Riprese a colori dal Rover restaurate digitalmente


Il canale Youtube Dutchsteammachine ha restaurato digitalmente uno spezzone di ripresa su pellicola 16 mm del trasferimento a bordo del Lunar Roving Vehicle al sito di esplorazione lunare denominato Station 4, sincronizzandolo con l’audio originale corrispondente.

L’elaborazione consiste nell’effettuare una correzione del colore per avvicinarlo il più possibile a quello originale e nell’interpolare i fotogrammi della pellicola, generando fotogrammi intermedi rispetto a quelli originali, ripresi alla cadenza di 6 al secondo. Questo rende più fluidi i movimenti e aumenta la resa visiva e la fruibilità di questo materiale, anche se comporta la generazione di alcuni artefatti.

Il trasferimento alla Station 4 inizia a 146:16:09 GET (le 15:50:09 GMT dell’1/8/1971) e si conclude a 146:28:59 GET (16:02:59 GMT).

1971/07/30: Il giorno dell'allunaggio – La prima pagina de "La Stampa"









Si avvicina il momento decisivo dell'intera missione

L'Apollo in orbita attorno alla Luna
Nella notte la discesa sul satellite

I motori accesi alle 22,05 di ieri - L'astronave ha rallentato la corsa e ha cominciato a ruotare intorno alla Luna - Farà 14 giri, sempre più bassi, poi lo sbarco alle 0,15 di domani - Breve allarme: non si chiudeva il rubinetto dell'acqua e la cabina stava allagandosi - Il problema è stato risolto dai tecnici di Houston

(Dal nostro corrispondente)
New York, 29 luglio.

L'Apollo 15 è entrato nell'orbita lunare. Alle 22,05 ore italiane, Alfred Worden ha acceso il motore di servizio. L'astronave, frenando, ha incominciato a girare intorno al satellite, dalla faccia nascosta, lungo una traiettoria che dista dalla superficie lunare un massimo di 312 chilometri (apogeo, o meglio apoluna) e un minimo di 131. Alle 2,14 essa si porterà sull'orbita di discesa. Cabina e modulo saranno ancora uniti, per consentire al secondo di attivare il proprio motore solo all'ultimo minuto. Complessivamente l'Apollo 15 percorrerà quattordici orbite, sfiorando la Luna (si abbasserà fino a 18 chilometri dalla superficie). Il distacco tra le due sue parti avverrà alle 19,48 di domani, lo sbarco di David Scott e James Irwin è atteso per le 0,15 di sabato.

La manovra di inserimento nell'orbita lunare è stata compiuta senza inconvenienti, nonostante la parziale défaillance riscontrata lunedì nel motore. «Tutto o.k.», ha detto il Centro di Houston agli astronauti, dopo che Worden ha abbandonato i comandi. L'Apollo 15 è rimasto 33 minuti nascosto dal satellite. «Eravamo sicuri di farcela - ha risposto Scott. E ha aggiunto: - Che spettacolo stupendo! Siamo così vicini alla Luna che potremmo toccarla». Da terra, tecnici e scienziati hanno applaudito. Tecnicamente, la manovra ha costituito una novità. A causa del maggior peso dell'Apollo 15, infatti, essa si è svolta assai più vicino al satellite del consueto, 110 chilometri circa. Inoltre, in seguito alla défaillance, Worden ha dovuto fare quasi tutto a mano. «S'è trattato di spaccare i secondi», ha messo in rilievo il controllore Allen.

La missione è giunta così al suo punto culminante. Nonostante i numerosi, piccoli incidenti che hanno turbato ogni giorno di volo, l'astronave è stata puntuale. Scott e Irwin saranno il settimo e l'ottavo uomo a scendere sulla Luna, i primi a viaggiarvi in automobile, e collezioneranno una serie di record scientifici. Centinaia di milioni di persone in tutto il mondo seguiranno sui teleschermi le loro esplorazioni sabato, domenica e lunedì. In orbita, Worden nella cabina Endeavour userà gli spettrometri, le macchine fotografiche e l'altra complessa apparecchiatura affidatagli. Egli lancerà anche una minisonda. «Mai programma è stato così ambizioso». ha detto il presidente Nixon.

Le ultime fasi del viaggio non sono state senza sorprese. Come sembra ormai inevitabile sull'Apollo 15, al momento di addormentarsi gli astronauti hanno scoperto un guasto. Alle 4,47 di stamane Jamen Irwin ha aperto il rubinetto dell'acqua da bere. Non è più riuscito a chiuderlo; «Escono circa 3000 gocce al minuto» ha gridato allarmato. «Houston, diteci che dobbiamo fare». Scott ha cercato di dargli aiuto, senza successo: «Corriamo pericolo di restare senz'acqua e di bagnare gli strumenti», ha avvertito. Da terra, il pilota di riserva, Karì Henize, ha trovato subito il rimedio: «Credo che sia l'attacco col tubo del cloro. Stringetelo con una chiave inglese».

È stato il comandante David Scott «a trasformarsi in idraulico spaziale, come scrive stamattina il New York Times. Lo ha avvitato, e la «fuga» è cessata. Per qualche minuto gli astronauti hanno poi dato la caccia alle stille vaganti nel vuoto con dei panni. «Anche i lavori domestici», ha borbottato Irwin.
L'astronauta, alcune ore prima, aveva liberato il modulo dai frammenti di vetro dell'altimetro con il ventilatore. Il vetro s'era rotto o per una precedente incrinatura, o per la scossa subita all'aggancio tra la cabina e il Lem all'inizio del viaggio. Come Scott e Worden, Irwin s'è però addormentato tranquillamente non appena finite le insolite incombenze, e s'è svegliato nel primo pomeriggio.

Consumata la colazione, i tre uomini si sono messi all'opera. Alle 17,05 hanno eseguito una correzione della traiettoria, così provando il motore per l'ennesima volta. «Perfetto», ha dichiarato Scott. «Davvero», ha risposto Allen da Houston. Alle 17,35 hanno fatto saltare il pannello che proteggeva gli strumenti, orientando questi ultimi verso la Luna. «Abbiamo sentito una piccola scossa, roba da nulla», ha aggiunto ancora Scott. «Diciassette milioni di dollari allo scoperto», ha annunciato allegramente Allen, alludendo al valore degli strumenti. Terminata la missione, Worden dovrà recuperarli con una «passeggiata» nello spazio di circa due ore, nel viaggio di ritorno.

Scott, Irwin e Worden sono apparsi a questo punto più disposti a chiacchierare e a scambiare battute che non nei giorni scorsi. «Il motivo - ha spiegato il direttore del volo Lunney - è che la loro preparazione allo sbarco è completa. Nel periodo di relativo riposo che precede l'inserimento in orbita intorno alla Luna, essi rivivono praticamente tutto il programma, e sono occupati da esperimenti scientifici. Ora si possono concentrare sull'obbiettivo principale, e il loro entusiasmo cresce». Le ore precedenti la manovra orbitale sono state dedicate allo studio del funzionamento del motore parzialmente danneggiato. Scott, Irwin e Worden hanno discusso con il loro collega, Gordon, un veterano dello spazio, che da lunedì scorso studia il problema al Centro di Houston. La conclusione è stata questa: col computer l'accensione del motore potrebbe risultare sfasata (cioè in anticipo di una frazione di secondo) se si usa il circuito principale. Quindi il computer verrà applicato al circuito di riserva solo quando è richiesta la massima precisione. Per il resto, manovre a mano col primo circuito, o con entrambi, per evitare usure dei sistemi di sicurezza.

Al sopravvenire della sera, un numeroso pubblico ha incominciato ad affluire a Capo Kennedy e a Houston. L'interesse per l'impresa, affievolitosi negli ultimi mesi, sta ingrandendosi per la suspense e per l'attrattiva delle trasmissioni tv. Il momento della discesa del Lem, domani, sarà tra i più appassionanti. Esso seguirà una inclinazione di 25 gradi, anziché 16 normali, per tenersi un po' lontano dai picchi appenninici e dalla spaccatura di Hadley Rille. La valle dove atterrerà è irregolare, e lo sbarco non risulterà facile. Tra gli spettatori commossi, i mogli e figli degli astronauti. «Vogliamo vedere papà in auto sulla Luna», hanno detto le bambine di Irwin.

Ennio Caretto

2016/07/29

1971/07/29 22:05 IT: La meta è raggiunta: i tre di Apollo 15 sono in orbita lunare

Dopo un viaggio di oltre 380.000 chilometri, a 78 ore e 31 minuti dal lancio a Cape Kennedy, il complesso spaziale formato dal Modulo di Comando/Servizio Endeavour e dal Modulo Lunare Falcon si inserisce in orbita intorno alla Luna. Se non interverranno problemi lascerà l'orbita selenica dopo cinque giorni di navigazione: un record nella storia delle missioni umane intorno alla Luna.

Come una nave, seppur spaziale, Apollo 15 ha attraccato al porto. Ora non resta che la discesa sulla superficie ed il contatto diretto con il suolo lunare.

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1971/07/29: Per gli astronauti di Apollo 15 la Luna è sempre più vicina - Dalla prima pagina de "La Stampa"




 

2016/07/28

1971/07/28: Le ultime notizie sul volo da "La Stampa"

Passato il timore di un eventuale annullamento della missione che ha come obiettivo finale l'allunaggio nei pressi del Mare delle Piogge, la missione di Scott, Worden e Irwin prosegue regolarmente.


La prima pagina de "La Stampa" di 28 luglio 1971. (dalla collezione personale di Gianluca Atti)

 


Dopo l'improvviso allarme, tutto bene

Riuscita la prova dei motori
l'«Apollo 15» continua il volo


L'accensione d'una spia sul cruscotto, l'altra notte, ha fatto temere che la missione fosse compromessa - Poi s'è accertato che si trattava d'un corto circuito al solo interruttore - Un controllo ai motori, ieri sera dopo le 20, permetteva a Houston di ordinare la prosecuzione del viaggio come stabilito - Sono già oltre metà strada

(Dal nostro corrispondente)
New York, 27 luglio.

Scott e Irwin sbarcheranno sulla Luna. La missione dell'Apollo 15, minacciata per 24 ore da un corto circuito, si svolgerà regolarmente. La prova dell'accensione del motore principale della cabina, compiuta alle 20,14 di stasera ora italiana, è stata favorevole. Sotto la sua spinta, l'astronave ha accresciuto di un metro e mezzo al secondo la sua velocità. «È quanto volevamo» ha urlato con voce eccitata il controllore Allen dal centro di Houston. «Via allora, sereni e felici» ha risposto il comandante Scott.
Per qualche minuto, i protagonisti del volo, a Terra e nello spazio, e milioni di spettatori nel mondo, hanno trattenuto il fiato. Se il motore non si fosse acceso, o avesse funzionato male, l'Apollo 15 sarebbe stato costretto a restare in orbita lunare, e il modulo non sarebbe atterrato. Una défaillance implica infatti il guasto di uno dei due circuiti elettrici che regolano le valvole dell'alimentazione: e la Nasa non consente manovre senza doppi controlli, o doppi comandi, per evitare tragedie.
Tra le 20.13 e le 20,15 Houston ha vissuto uno dei suoi momenti più tesi. Sull'astronave, Scott, freddo e preciso, ha azionato il motore. S'è vista una fiammata, sempre più vivida e forte, s'è registrato l'aumento di velocità. Evidentemente, il corto circuito era solo nella spia d'un interruttore, ed era stato causato dall'aggancio tra la cabina e il modulo ieri. Dopo parecchi secondi, sono scrosciati gli applausi. «Per fortuna, risolvete tutto», ha commentato Scott.
Appena mezz'ora prima, l'Apollo 15 aveva superato metà del tragitto verso il satellite. «Truppa, siete una bellezza» ha urlato ancora Allen, a mo' di complimento all'equipaggio. «Avevo dato tre a uno che ce l'avremmo fatta» ha dichiarato l'ingegnere Lunney. «Adesso sono certo che la missione si concluderà con un trionfo». Il fallimento sarebbe stato un colpo mortale per la Nasa: il costo dell'impresa è di 445 milioni di dollari, di cui 8 solo per l'auto elettrica.
Al momento in cui scrivo, gli astronauti si stanno preparando ad una serie di piccole ma importanti operazioni. Alle 10,29 ora italiana, correggeranno forse la traiettoria, così provando il motore una seconda volta. Alle 1,19 di stanotte, eseguiranno una trasmissione televisiva diretta dall'interno della cabina. E alle 1,39 Irwin e Scott ispezioneranno il modulo.
Non si possono ancora escludere le sorprese. Nell'ispezione del modulo, che durerà due ore, potrebbero emergere piccoli guasti. Ma il comandante e il suo secondo sono fiduciosi. «Troveremo tutto in buon ordine - hanno protestato-. Non siamo venuti fin quassù per nulla».
Il loro ritorno nella cabina è previsto per le 3,34. Una mezz'ora più tardi essi dormiranno, e sarà la seconda delle loro dodici notti in volo. La giornata di domani - se tutto procederà come si spera - sarà la più calma della missione, e permetterà a tutti di riprendersi dalla suspense. L'ingresso nell'orbita lunare non avverrà infatti che giovedì, e lo sbarco del settimo e dell'ottavo uomo nella notte tra venerdì e sabato. I tre astronauti saranno liberi di dedicarsi a esperimenti sui raggi cosmici, e a un altro esame del modulo, nonché di studiare il loro obbiettivo.
Neppure per un attimo, né essi né il centro di Houston hanno temuto che potesse ripetersi la tragedia di Dobrovolskij, Volkov e Patsaev sulla Soyuz. Il corto circuito - limitato - non ha minacciato mai di estendersi, non c'è stato il pericolo di un incendio, di un «naufragio» nello spazio. Le misure di sicurezza adottate sull'Apollo 15 sono eccezionali, e le 24 ore appena trascorse confermano che la spedizione risulterà la più utile di tutte.
«Ci attendiamo» ha detto il direttore del programma Apollo, Rocco Petrone, «una messe di primati e di informazioni. Speriamo di trovare la chiave del sistema solare».
Tra i misteri da chiarire nella valle tra gli Appennini e la spaccatura di Hadley Rille: perché la Luna presenta sempre la stessa faccia alla Tera, l'origine dei crateri, l'intensità del campo magnetico e dei raggi cosmici, l'esistenza di fonti di calore interne.
All'atto pratico, Houston attende anche da Scott e Irwin la dimostrazione che una colonia lunare può sopravvivere e funzionare dei mesi con l'auto, con il modulo per i collegamenti in orbita, con la complessa strumentazione scientifica. Le loro tre escursioni, di 20 ore complessive, corrisponderebbero grosso modo a tre giornate di lavoro di futuri «coloni». L'unico vero ostacolo all'ambizioso progetto - che verrà perciò ritardato di anni - è economico. Gli stanziamenti della Nasa, anziché crescere, diminuiscono.
La suspense è incominciata ieri sera, poco dopo l'aggancio della cabina col modulo, alle 19 circa in Italia. Alfred Worden ha compiuto una manovra perfetta (con l'Apollo 14, cinque tentativi erano falliti) e il comandante David Scott ha avvertito gioiosamente il centro di Houston: «Tutto bene». L'astronave, ormai lontana dall'orbita terrestre, pareva lanciata verso la Luna «come un treno in orario», nelle parole del direttore del lancio, Kapryan.
È stato Scott, eseguendo gli abituali controlli dei comandi e degli strumenti, a scoprire il corto circuito. «La spia del motore principale s'accende» ha esclamato a un certo punto. «Inserite i circuiti di protezione» ha ordinato da Houston il direttore del volo Gerry Griffin. «Fatto» ha risposto Scott. Era la procedura di emergenza, per impedire che il motore s'avviasse, come la spia sembrava indicare. Che stava succedendo?
Per qualche ora, sull'Apollo 15 come a Houston s'è pensato che la missione fosse compromessa. Il ricordo delle difficoltà incontrate alla fine di gennaio da Shepard, Mitchell e Roosa - fortunatamente tutte superate - ha turbato astronauti tecnici. Scott ha messo in azione tutto il possibile, persino scosso il cruscotto. Alla fine la spia s'è spenta. «Mi sembra che il problema sia risolto» ha esclamato con sollievo. «Avete ordini?». Gli hanno risposto di mangiare e riposare.
Griffin ha convocato i giornalisti. In Italia era la mezzanotte circa. «È sorto un ostacolo» ha detto. «Cè un corto circuito sull'Apollo. Preciso subito che l'equipaggio non corre nessun pericolo, che la missione continua, e che nel peggiore dei casi il modulo non atterrerà sulla Luna, ma rimarrà in orbita con la cabina. Stiamo studiando il da farsi. Scott, Irwin e Worden dormono, hanno avuto una lunga giornata, e non possono far nulla».
Griffin ha aggiunto che probabilmente si trattava solo di un corto circuito nella spia «è anche l'impressione del comandante Scott, il quale ritiene l'ostacolo superato. Ma potrebbe essere altresì un guasto all'accensione automatica: in tal caso, niente di grave, eseguiremo l'operazione a mano. L'ultima, e disastrosa possibilità, è che si tratti di un guasto alle valvole dell'alimentazione: disastrosa perché impedirebbe lo sbarco».
Il direttore del volo ha elaborato l'ultimo punto. «Il motore funzionerebbe lo stesso - ha proseguito - ma senza il margine di sicurezza necessario alla discesa sulla Luna, al distacco dalla sua orbita per il ritorno alla Terra. Per principio, noi non rischiamo mai, e abbiamo deciso perciò di compiere una prova». La prova, fissata dapprima per le 22,29 di stasera ora italiana, è stata anticipata poi alle 20,14.
Scott, Irwin e Worden, che avevano riposato tranquillamente per otto ore, sono stati informati della decisione al risveglio.

Ennio Carretto

2016/07/27

1971/07/27: Il lancio di Apollo 15 su “La Stampa”

"La missione più ambiziosa che sia mai stata tentata"

Sono in viaggio verso la Luna (con un'auto nell'astronave)

L'Apollo 15 è partito da Cape Kennedy alle 15,34 di ieri, in perfetto orario - Ritornerà fra 12 giorni - Scott e Irwin esploreranno per venti ore, a bordo della jeep, i crateri della «Palude della Putredine» - Durante il ritorno osserveranno un'eclisse e faranno esperimenti scientifici - Worden uscirà nel vuoto cosmico

Allarme per l'accensione di una "spia" - La Nasa ordina di proseguire

(Dal nostro corrispondente)

New York, 25 luglio.

L'Apollo 15 è in viaggio verso la Luna. Il lancio da Capo Kennedy, l'inserimento nell'orbita terrestre, il distacco da essa, l'aggancio tra la cabina e il modulo, tutte le manovre iniziali cioè, si sono svolti regolarmente. David Scott, il comandante, James Irwin e Alfred Worden stanno bene. L'arrivo in prossimità della Luna è previsto per giovedì sera. Non occorre correzione di rotta: per le prossime 72 ore, i tre astronauti potranno dedicarsi a esperimenti scientifici e alla preparazione dello sbarco.

A tarda ora della notte si è avuto un allarme improvviso: sui pannelli della cabina di comando dell'Apollo 15 e sugli schermi del centro di controllo di Houston si erano accese delle spie luminose indicanti l'esistenza di un contro circuito nel sistema di controllo delle valvole che alimenta di carburante il motore principale del modulo di servizio. Il buon funzionamento di questo sistema è indispensabile al momento dell'arrivo del treno spaziale nel punto di inserimento su un'orbita lunare e quindi è importante per la missione lunare stessa e per il ritorno dei tre astronauti verso la Terra.

Al centro di Houston si è cercato subito di individuare il punto esatto in cui si era prodotto il corto circuito: alle due è stato accertato che si è trattato d'un guasto localizzato ad un interruttore difettoso. La Nasa autorizzava quindi gli astronauti a prosegiure la loro missione come previsto, con l'atterraggio sulla Luna.

Per alcune ore, comunque, si è avuto paura. Il portavoce del centro di controllo aveva parlato esplicitamente della probabilità di dover annullare la missione lunare (se il guasto avesse riguardato direttamente le valvole d'immissione di carburante) lasciando che il treno spaziale, non sottoposto a correzioni di rotta, facesse un giro della Luna e tornasse poi a Terra lungo la rotta cosiddetta di sicurezza.

Come tutte le partenze, anche questa è stata laboriosa. Scott, Irwin e Worden si sono alzati all'alba (le 4,19 locali, le 10,19 ora italiana) dopo un lungo sonno. Una breve visita medica, l'abituale sostanziosa colazione a base di uova e bistecca, la cerimonia della vestizione, e alle 7,05 l'ingresso nell'Apollo. Intorno a Capo Kennedy una folla enorme, la più numerosa dalla conquista della Luna due anni fa, un milione di persone, si stava svegliando «Buona fortuna» hanno gridato i 500 tecnici e i famigliari ai tre astronauti, tra strette di mano e scambi di battute.

Alle 9,34 (le 15,34 in Italia) l'Apollo 15 è salito nel cielo con cronometrica puntualità. Il gigantesco razzo Saturno 5, la cui spinta era stata aumentata di 10 mila chili circa, a causa dell'accresciuto peso della cabina e del modulo, l'ha inserito in orbita nel giro di 12 minuti.«Bel lavoro ragazzi» ha gridato Scott «un lancio perfetto». Dalla tribuna d'onore di Capo Kennedy si sono levati applausi fragorosi: c'erano, tra gli altri, nove senatori e deputati, e il sarto italiano Pucci, che ha disegnato l'emblema dell'Apollo. Il presidente Nixon, che poco prima aveva parlato al telefono coi 3 astronauti, ha seguito tutto alla televisione. Coi suoi 2500 chili compessivi in più, il vascello spaziale ha seguito un'orbita terrestre più bassa del solito, 145 chilometri anziché 152. Alle 12,30 (le 18,30 ora italiana) esso ha incominciato il lungo balzo verso la Luna. Più tardi, il modulo s'è staccato dall'involucro protettivo del Saturno, e la cabina, con un giro su se stessa, vi s'è unita.

L'Apollo 14 aveva dovuto tentare sei volte quest'operazione per un difetto dei ganci, rimasto senza spiegazione per Shepard, Mitchell e Roosa. «Tutto a posto» ha annunciato Scott «tra un po' dormiremo».

Il direttore del lancio, Walter Kapryan, ha definito la partenza «la più tranquilla e sicura della storia di Capo Kennedy». «Ieri sera un terribile temporale ha minacciato sia il razzo che l'Apollo» ha detto. «Fortunatamente, non sono caduti fulmini. Stamani le condizioni atmosferiche erano soddisfacenti». Il dottor Charles Berry ha fornito notizie sui tre astronauti «Stanno benissimo, sono di ottimo umore, hano reagito ottimamente al lancio». Il medico ha aggiunto: «Formano uno dei nostri migliori equipaggi. Ancora ieri, hanno voluto esercitarsi alla guida dell'auto lunare».

David Scott, James Irwin e Alfred Worden considerano la loro missione «dal punto di vista scientifico la più significativa mai compiuta... Un viaggio indietro nel tempo, alla creazione del sistema solare». Il loro obiettivo è una valle nella Palus Putredinis, tra gli Appennini, alti oltre 4000 metri, e la spaccatura di Hadley Rille, profonda 400. Vi si trovano formazioni naturali, soprattutto crateri, di cinque età diverse, la più antica di 4 miliardi e mezzo d'anni. Ha affermato Rocco Petrone, il direttore del programma di discendenza italiana: «è una miniera geologica, coglieremo più frutti di tutti i precedenti Apollo insieme».

Imponente è il complesso di strumenti a disposizione dei tre astronauti. L'automobile elettrica, o Rover, costruita prevalentemente in una speciale lega di alluminio, pesa 250 chili circa, costa 8 milioni di dollari, e porterà gli astronauti fino a 10 km dal modulo, per 35 km in tutto, nelle tre escursioni di sabato, domenica e lunedì prossimi, Scott e Irwin collocheranno sulla superficie una «stazione scientifica atomica» che trasmetterà dati per anni, e Worden lancerà un satellite artificiale di 35 chili che farà altrettanto in orbita per 12 mesi. Verranno montate altresì alcune telecamere, una sull'auto, per una completa «copertura» delle esplorazioni e - per la prima volta - della partenza.

Nella notte tra venerdì e sabato, all'atterraggio (le 0,15 in Italia) Scott e Irwin non scenderanno subito dal modulo 4 Falcon. Per 90 minuti, essi descriveranno la località agli scienziati del centro di Houston: tra gli scopi della missione, v'è infatti quello di tracciare una mappa particolareggiatissima del venti per cento della Luna. Gran parte di questo lavoro sarà fatto da Worden, che al ritorno verso la Terra eseguirà una «passeggiata» nello spazio di 2 ore, per prendere alcune telecamere e macchine cinematografiche dall'esterno della cabina.

David Scott e James Irwin saranno il settimo e ottavo americano a sbarcare sulla Luna. Se gli investimenti finanziari lo permetteranno, nel futuro, grazie alla loro impresa, una stazione permanente potrà essere costruita sul satellite. Esiste tutto quando necessario, dal Rover allo speciale materiale isolante del modulo.

Poco prima della partenza, il presidente Nixon aveva diramato un breve comunicato. Esso dice tra l'altro: «Quella dell'Apollo 15 è la spedizione più ambiziosa intrapresa nel cosmo. Essa rispecchia l'irrequieta ricerca del nostro futuro, l'irresistibile impulso dello spirito umano a scoprire non solo dove siamo diretti ma donde veniamo... Speriamo di capire qualcosa in più di Dio e dell'umanità... Il mio augurio all'equipaggio dell'Apollo 15 e a tutti gli uomini è: andate con Dio». La direzione di Capo Kennedy ha rammentato le parole di Armstrong al primo sbarco: «Un passo piccolo per un uomo, un balzo gigantesco per l'umanità».

Ennio Carretto

Apollo 15, la più ambiziosa missione dell'uomo nel cosmo

La Luna ha ancora molti segreti

Nella valigia degli astronauti un'automobile di alluminio

Il peso totale dell'Apollo 15 è superiore alle 48 tonnellate: è il maggior carico che sia mai stato lanciato in prossimità della Luna - Strumenti ideati apposta per l'impresa - Le telecamere

La missione iniziata ieri dalla rampa 39A di Cape Kennedy sarà soprattutto una grande impresa scientifica, la più grande e la più ambiziosa fra tutte quelle compiute fino ad oggi dall'umanità. Per registrare tutti i dati che saranno inviati a terra dall'astronave e dai veicoli lunari ci vorranno centinaia di chilometri di nastro magnetico. Saranno il risultati di esperimenti preparati non solo dagli scienziati americani ma suggeriti da scienziati di tutto il mondo, ai quali la Nasa ha chiesto la collaborazione a questo scopo fin dalla metà degli Anni 60. Un'impresa corale dell'intera umanità, insomma. E per essere in grado di svolgere in maniera adeguata questi compiti più da scienziati che da astronauti, Scott, Irwin e Worden hanno ricevuto un'istruzione supplementare singolarissima: corsi speciali di fisica, chimica, geologia, astrofisica e tutte quelle discipline più strettamente legate alle esperienze da compiere.

Estendere il programma scientifico significava aumentare il periodo di permanenza nello spazio in genere e sulla Luna in particolare. Significava assicurare ai tre astronauti ossigeno, acqua, viveri ed energia in più. Significava stivare a bordo del «treno lunare» una quantità superiore di strumenti e apparati, alcuni dei quali impiegati per la prima volta. A tutto questo hanno provveduto i tecnici delle industrie che producono il Saturno 5. Il carico utile di questo vettore, che ancora oggi è il più potente del mondo, è stato aumentato, sfruttando meglio la potenza dei suoi motori, lanciandolo con traettoria più inclinata verso Oriente (in modo da sfruttare meglio la componente della rotazione terrestre) e predisponendo un'orbita di parcheggio a quota inferiore (144 km anziché 160, come avveniva nelle missioni precedenti).

Con questi accorgimenti è stato possibile stivare a bordo un carico in più, da suddividere tra la jeep lunare (costruita di lega di alluminio) e i nuovi strumenti. Il veicolo Apollo 15, al completo dei tre moduli (m. di comando, m. lunare, m. di servizio), pesa 48,594 chili e costituisce pertanto l'oggetto spaziale più pesante finora lanciato in prossimità della Luna. Il peso degli equipaggiamenti scientifici da utilizzare durante il tragitto Terra-Luna e durante le orbitazioni intorno al satellite sarà di 476 chili (contro i 113 trasportati dall'Apollo 14). Le apparecchiature sbarcate sulla Luna peseranno 545 chili, cioé circa il doppio di quelle trasportate in precedenza.

Gli spettrometri

Quasi tutte le nuove strumentazioni sono state montate su uno speciale compartimento del modulo di servizio, cioé del cilindro sul quale l'astronave poggia fino al momento del rientro in atmosfera e che contiene il motore principale di manovra, i serbatoi del propellente e apparati vari. Il 29 luglio, tre o quattro ore prima che l'astronave scivoli in orbita lunare, l'equipaggio farà saltare il pannello che ha protetto gli strumenti fino a quel momento. Allora gli strumenti si orienteranno verso il satellite e incominceranno un lavoro che durerà sei giorni. Uno spettrometri a raggi X capterà queste radiazioni emesse spontaneamente a consentire agli scienziati di misurare la quantità e le concentrazioni degli elementi che compongono le rocce di superficie.

Le concentrazioni di materiali radioattivi saranno invece individuate e misurate da uno spettrometro a particelle Alfa e da uno spettrometro a raggi Gamma, funzionanti entrambi sullo stesso principio dello spettrometro a raggi X. Uno spettrometro di massa sarà invece fissato ad un'asta telescopica che lo allonterà dall'astronave per evitare l'interferenza delle particelle di rimbalzo. Lo strumenti campionerà le poche particelle di gas alla quota di volo dell'astronave e analizzerà la loro distribuzione.

Gli spettrometri verranno adoperati principalmente quando l'astronave orbiterà intorno alla Luna. Quello a raggi X sarà tuttavia utilissimo anche durante il tragitto di ritorno, quando verrà orientato sulle «pulsar a raggi X», misteriore stelle scoperte solo negli ultimi anni dai satelliti americani e che emettono raggi X in treni d'onda non osservabili dalla Terra dal momento che l'atmosfera terrestre filtra e assorbe i raggi X, impedendo loro di giungere fino al suolo. Le osservazioni di queste pulsar saranno le prime di questo nuovo capitolo dell'astronomia.

Per le fotografie

Nel compartimento del modulo di servizio vi saranno anche due nuovi sistemi per fotografia, molto complessi e sofisticati. Il primo è una macchina fotografica che contiene 2000 metri di pellicola alta 12,5 e sufficiente ad impressionare 1650 immagini. Ognuna di queste coprirà un'area rettangolare della Luna da 0 km per 300. L'obbiettivo scatta rapidamente tra un fotogramma e l'altro, in modo da produrre immagini visibili a tre dimensioni. La sua definizione è tanto elevata da consentire l'impressione - da 110 km di quota - di oggetti del diametro di appena due metri. Il secondo complesso servirà per i rilievi cartografici; su 560 metri di pellicola delle stesse dimensioni verranno impressi più di 3000 fotogrammi, che rappresenteranno una zona quadrata di 170 km di lato. Su ogni fotogramma apparirà un reticolo, che permetterà di scoprire eventualmente distorsioni della pellicola durante l'avvolgimento o lo sviluppo o la stampa. A questo secondo complesso è collegata una macchina astronomica che scatta automaticamente una fotografia al cielo ogni qualvolta l'altra macchina impressiona un fotogramma. Dalle stelle che figurano nelle fotografie gli scienziati possono accertare con estrema precisione la posizione della Luna e l'ubicazione dell'area ripresa dalla macchina. Un altimetro a laser registrerà con la massima precisione la quota a cui vengono scattate le singole immagini. Infatti lo strumento invia un sottile fascio di luce monocromatica coerente verso la zona fotografata e misura il tempo impiegato dal raggio a percorrere il tragitto di andata e ritorno, riuscendo così a stabilire la distanza astronave-Luna con un'approssimazione di soli 10 centimetri.

Tutti questi dati serviranno alla completazione di carte seleniche speciali, che rappresentino con estremo rigore scientifico l'aspetto della Luna, la composizione dello strato superficiale, il suo ambiente: in particolare verranno rappresentati graficamente i seguenti elementi: caratteristiche geografiche con accurate misurazioni dei crateri, delle colline e delle catene montuose, dei crepacci e dei massi isolati; caratteristiche geologiche e chimiche degli strati superficiali; proprietà magnetiche della superficie; particelle atomiche e gas in prossimità della Luna.

Il materiale fotografico resterà a bordo del modulo di servizio che come si sa deve essere sganciato o abbandonato nello spazio poco prima che l'Apollo 15 si tuffi nell'atmosfera terrestre per il rientro.

Per evitare che vada perso sarà perciò necessario che Worden vada a riprenderlo, indossando una tuta pressurizzata e compiendo una «passeggiata spaziale» all'esterno dell'astronave. Una volta a Terra, le fotografie stellari verranno affidate ad un grande computer per l'analisi. L'elaboratore esaminerà e comparerà anche le misurazioni si altitudine, le fotografie lunari e i dati delle stazioni terrestri adibite al rilevamento dell'astronave. E sarà proprio dall'esame di tutti questi elementi che la macchina potrà stabilire con straordinaria precisione il percorso orbitale della Luna intorno alla Terra, il percorso dell'astronave intorno alla Luna e l'esatta ubicazione dei punti di riferimento lunari. Da tutti questo emergerà una conoscenza migliore del corpo celeste a noi più vicino: conoscere il passato della Luna può significare anticipare vantaggiosamente l'avvenire del nostro pianeta.

Bruno Ghibaudi

Il piano di volo

LUNEDÌ 26 LUGLIO - Ore 15,34: Lancio. L'astronave Apollo consta di due sezioni: l'astronave-madre o veicolo di comando (moduli di comando e di servizio), ribattezzata per il volo «Endeavour»; e il veicolo d'atterraggio o modulo lunare, ribattezzato «Falcon». Ore 18,24: Apollo 15 ha imboccato la traiettoria translunare, abbandonando l'orbita terrestre di sosta, sotto la spinta del terzo stadio del Saturno V.

GIOVEDÌ 29 LUGLIO - Ore 22,05: Con l'aiuto del motore di servizio, in funzione frenante, Apollo 15 entra in orbita intorno alla Luna.

VENERDÌ 30 LUGLIO - Ore 02,14: Apollo 15 si porta su un'orbita lunare di discesa. L'astronave è ancora completa, in modo che si possa sfruttare il motore di servizio per l'operazione di avvicinamento e risparmiare il combustibile del motore di discesa sul modulo lunare. Ore 19,48: Il modulo lunare «Falcon» con a bordo David R.Scott e James B. Irwin, si stacca dal veicolo di comando «Endeavour» dove è rimasto Alfred M. Worden, nell'imminenza dell'atterraggio.

SABATO 31 LUGLIO - Ore 00,15: «Falcon», il modulo lunare di Apollo 15, atterra nella regione selenica di Hadley-Appennini. Ore 15,24: David R. Scott apre lo sportello del veicolo lunare, dando inizio all'attività della quarta spedizione americana sulla Luna.

DOMENICA 1° AGOSTO - Ore 12,44: Inizia la seconda escursione di Scott e Irwin sulla Luna.

LUNEDÌ 2 AGOSTO - Ore 09,24: Inizia la terza escursione lunare, che conclude l'attività della quarta spedizione sul satellite naturale della terra. Ore 19,12: «Falcon» riparte dalla Luna, decollando con il motore di ascesa. Ore 21,04: Il modulo lunare completa l'aggancio con il veicolo di comando, rimasto in attesa lungo un'orbita lunare.

MERCOLEDÌ 4 AGOSTO - Ore 23,18: Apollo 15 imbocca la traiettoria trans-terrestre di ritorno.

GIOVEDÌ 5 AGOSTO - Ore 17,34: Worden esce dalla cabina di comando per recuperare all'esterno del modulo di servizio la pellicola di una macchina fotografica.

SABATO 7 AGOSTO - Ore 22,46: Apollo 15 ammara nel Pacifico.

1971/07/27: Il lancio di Apollo 15 su “Il Giorno”

La prima pagina del quotidiano "Il Giorno" di martedì 27 luglio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

1971/07/27: Il lancio di Apollo 15 sul “Corriere della Sera”


La prima e la seconda pagina de "Il Corriere della Sera" di martedì 27 luglio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Ha avuto inizio la spettacolare missione spaziale

I tre di Apollo 15 verso la Luna

Al lancio, avvenuto alle 15,34, ha assistito un milione e mezzo di persone che si accalcavano nella zona di Cape Kennedy - Undici minuti e quarantotto secondi dopo la partenza l'immissione in orbita terrestre - Senza difficoltà la complessa manovra del "docking" fra la cabina di comando e il LEM - Scott e Irwin scenderanno sulla superficie selenica alle 0,15 di sabato (ora italiana) - Allarme nella notte

Dal nostro inviato speciale.

CAPO KENNEDY, 26 luglio.

Altri tre uomini sono da oggi in viaggio per la Luna. Gli astronauti David Scott, James Irwin e Alfred Worden, a bordo dell'"Apollo 15", si sono involati verso il cielo con un fantastico balzo. Ora percorrono sicuri la traiettoria interplanetaria che li porterà sul nostro satellite. Alle 15:34 (ora italiana), una voragine di fuoco, una nube immensa di fumo e di vapori, un boato ossessionante che si è riverberato per decine di chilometri lacerando i nostri timpani e facendo fremere l'aria e la terra, ci ha dato il segnale del "blast-off". Il gigantesco razzo "Saturno", con il suo prezioso carico umano, di strumenti e di macchine, si è staccato rapidamente dalla rampa di sostegno. Per un attimo è rimasto come fermo, sospeso a mezz'aria, poi è partito di scatto verso l'azzurro, diventando sempre più veloce e sempre più piccolo.

L'applauso

Per circa un minuto dalla tribuna stampa, quasi tremila giornalisti e cine-operatori di ogni parte del mondo (cui all'esterno della grande base spaziale di Capo Kennedy facevano ala non meno di un milione e mezzo di persone che avevano occupato con le auto, con le tende, con le roulottes ogni metro di spazio disponibile) hanno potuto seguire ben al di là di un leggerissimo velo di nubi che si era disteso sopra le nostre teste mezz'ora prima del lancio, l'affascinante cammino dell'astronave: un globo di fuoco che saliva sempre più in alto, sfuggendo all'attrazione gravitazionale della Terra. Poi, anche la sfera fiammeggiante è diventata troppo piccola perché potessimo continuare a vederla: si è dissolta nel blu più intenso, che per gli astronauti era già diventato il nero pece dello spazio cosmico: un impenetrabile tappeto buio che i puntini delle stelle e il globo del sole non riescono a rischiarare. Da ora in poi, per dodici giorni, questo sarà l'unico allucinante colore che Scott e i suoi compagni vedranno intorno alla loro astronave.

Nel cielo di Capo Kennedy due lunghe scie di fumi e di vapori, scaricate nell'aria dagli ugelli del razzo, dapprima dritte come lame si sono piegate si sono piegate a serpentina per disperdersi infine in mille geroglifici per effetto dei venti d'alta quota. Quando il tuono del Saturno si è spento, dalla tribuna stampa è esploso un applauso prolungato. Anche chi - come chi scrive - se si considera ormai un veterano di questi spettacoli, non riesce a sottrarsi all'emozione che suscita la partenza di tre uomini per la Luna, con un ordigno del genere. C'è chi ride, chi grida, chi si commuove fino alle lacrime. A tutti indistintamente viene la pelle d'oca.

Due piccoli nei

Perfette come la partenza sono state anche le prime, delicate e complesse manovre richieste per ogni viaggio lunare. Questa volta tali operazioni erano ancor più complicate dal fatto che si sta mandando verso il satellite della Terra un carico di strumenti molto maggiore di quanto era avvenuto fino ad ora.

Vi sono stati due piccoli inconvenienti. Poco prima di entrare in orbita, undici minuti e 48 secondi dopo la partenza, Scott si è accorto che la valvola che regola il sistema dei piccoli razzi attitudinali del veicolo di servizio si era chiusa, probabilmente per effetto delle violente sollecitazioni subite dal "treno spaziale" al momento della partenza o alla violenta accelerazione impressa alle astronavi dall'accensione del secondo stadio. Quando i veicoli si trovavano a più di 52 miglia da noi, il comandante dell'"Apollo 15", in collegamento con la centrale di Houston, ha rilevato l'anomalia e ha provveduto a rimettere in sesto la valvola. L'altra discrepanza sul piano di volo si è avuta quando, dopo l'abbandono dell'orbita di parcheggio intorno alla Terra, ad una quota di circa 147 chilometri, alla velocità di 28 mila chilometri orari, è stato acceso il terzo stadio del Saturno per iniziare la traiettoria translunare. L'unico potentissimo motore del razzo ha sviluppato una temperatura più alta del previsto, fornendo una spinta più elevata. Secondo il piano di volo il razzo avrebbe dovuto rimanere in funzione per cinque minuti e 55 secondi, per ottenere la seconda velocità cosmica (circa 40 mila chilometri orari) e sfuggire alla gravitazione terrestre.

Il distacco

Per non subire un'accelerazione più grande di quella stabilita dai calcoli (il che avrebbe costretto a un cambio dei piani di volo) il motore è stato spento con cinque secondi di anticipo e tutto è ripreso regolarmente. Una volta sulla strada della Luna, si sono svolte alla perfezione anche le manovre per il distacco dell'astronave dalla parte terminale del Saturno, per il rendez-vous con l'astronave lunare e per l'aggancio con essa. Eseguito il docking, senza alcuna apparente difficoltà e in brevissimo tempo, l'Apollo  con attaccato sul vertice il veicolo lunare e agganciato alla base il razzo di servizio si è posto nel previsto assetto di volo. Gli astronauti - nei brevi intervalli delle interminabili "check list" riguardanti il controllo delle varie apparecchiature - hanno anche scambiato qualche parola con i controllori di Houston, i quali avevano preso le redini della missione.

Fra i più entusiasti del perfetto inizio del viaggio dell'Apollo 15 sono stati il direttore dei futuri programmi della NASA, Werner von Braun, e il direttore del Centro spaziale di Capo Kennedy, Kurt Debus, che insieme ad una folla di autorità e personalità americane e straniere aveva assistito al lancio dalla sala di controllo. Debus ha detto: "Fieri dei risultati della nostra tecnologia e delle possibilità per le conoscenze scientifiche offerte dal programma Apollo che ha portato l'America al primo posto nelle attività spaziali, frustrati talvolta dalla nostra incapacità di far capire in pieno sia agli uomini politici sia a molta altra gente, gli incommensurabili benefici che provengono all'uomo dalle imprese cosmiche, speriamo - ha detto Debus - crediamo fermamente che i programmi spaziali servano per unificare la famiglia umana nell'esplorazione dell'universo a vantaggio della vita sulla Terra. Quando ci si chiede perché mandiamo uomini sulla Luna è facile rispondere. Posso dire - ha proseguito Debus, riferendosi alla missione dell'Apollo 15 - che si tratta del volo umano più ambizioso e più ricco di scopi scientifici: è la prima, vera e propria impresa dedicata interamente alla scienza". Scott e i suoi compagni, come vedremo dettagliatamente nei prossimi giorni, hanno da compiere una mole di lavoro semplicemente sbalorditiva. A parte le attese scorrerie con l'automobile elettrica che ha suscitato il maggior interesse del pubblico, poiché è destinata ad inaugurare l'era delle quattro ruote sulle lande lunari, i tre uomini di Apollo 15 dovranno compiere esperimenti e ricerche di ogni genere: da quelli riguardanti la Luna e la Terra a quelli che si riferiscono all'evoluzione del sistema solare, alla più profonda conoscenza dell'astro che ci dà vita e delle sue interazioni con il nostro pianeta, alle reazioni del nostro organismo nell'ambiente lunare e interplanetario.

Fra gli ospiti di riguardo presenti al lancio molto complimentato il deputato italiano Emilio Pucci che, nella sua qualità di designer di alta moda, fu incaricato dalla NASA di inventare l'emblema dell'Apollo 15: i tre boomerang con i colori della bandiera stellata (bianco, blu e rosso) che volano incrociati sullo sfondo della superficie lunare. Il boomerang vuole significare che, come la famosa arma australiana, i tre uomini partiti oggi ritorneranno sul nostro pianeta.

Eravamo giunti al "Press Site" poco prima dell'alba, dopo una notte di violenti temporali che avevano squassato l'aria intorno a Capo Kennedy facendo temere a molti un rinvio della partenza nonostante le precise assicurazioni dei meteorologi. Fortunatamente avevano ragione loro, anche se - come aveva fatto rilevare ieri sera il direttore delle operazioni di lancio Walter Kapryan - il Saturno è ormai collaudato perfino dai fulmini: dal 14 giugno scorso ben undici saette si sono scaricate sulle colossali strutture metalliche della torre di servizio che abbracciava il razzo, senza che questo subisse danni. Verso le due  (corrispondenti alle otto italiane) gli "storms" si sono dileguati. Quando siamo arrivati davanti alla rampa, il cielo era tornato limpido, le potenti lame di luce dei riflettori che inquadravano il gigantesco razzo, mostrandocelo in tutta la sua fantastica bellezza, in tutta la sua imponenza, si stagliavano contro il cielo per scomparire nell'infinito blu-nero dell'orizzonte, creando per quanto riguarda il razzo quasi l'impressione di una stella lucentissima posata in terra ma pronta a risalire nel suo ambiente.

La visione di questo veicolo, alto come il grattacielo Pirelli di Milano e che costituisce il congegno più perfetto dell'intelligenza, creato dall'inventiva, dall'abilità tecnica dell'uomo, per inviare i rappresentanti della nostra specie ad esplorare la Luna, e penetrare i segreti dello spazio interplanetario, a sfidare le leggi del cosmo, non finirà mai di affascinare, di suscitare emozioni, di accendere la fantasia.

Dai vari stadi di Saturno spessi pennacchi di vapori bianchi che si dissolvevano nell'aria ci hanno dato la prova che il riempimento dei serbatoi con i propellenti era stato ultimato regolarmente: qualcosa come 1 milione 487 mila chilogrammi di ossigeno liquido per il primo stadio, cui si debbono aggiungere gli oltre 700 mila chilogrammi di kerosene già defluiti nei serbatoi nei giorni scorsi; 376 mila chilogrammi di ossigeno liquido più 71 mila chilogrammi di idrogeno per il secondo stadio; 105 mila chilogrammi degli stessi propellenti sempre allo stato liquido per il terzo stadio.

La sveglia

Quel fumo proveniva dalle grosse valvole di scarico degli enormi serbatoi che non possono mai rimanere ermeticamente chiusi per evitare pericoli di scoppio. Si tratta di sostanze a bassissima temperatura che per effetto del riscaldamento esterno tornano allo stato gassoso e si espandono. Per questo i serbatoi del razzo vengono di continuo riforniti fino al momento della partenza.

A quell'ora per Scott, Irwin e Worden era già suonata la sveglia. L'ultima visita medica di controllo, un saluto per telefono ai familiari, poi la colazione; succo d'arancia, toast, due uova, una bistecca. Alle 5,39, accompagnati dal comandante degli astronauti della NASA, Donald Slayton, i tre esplorati lunari erano entrati nella sala bianca per la vestizione degli scafandri di volo. Il rito era durato circa un'ora. Poi - con i caschi ormai ermeticamente chiusi, la valigetta dell'ossigeno in mano, già isolati dall'ambiente terrestre per quanto riguarda la respirazione - essi hanno attraversato l'atrio a pian terreno dell'edificio loro riservato e sono usciti all'aperto per prendere posto sullo speciale autobus che li avrebbe condotti alla rampa di partenza. Una folla di tecnici della NASA, di giornalisti, di curiosi, di amici e di parenti dei tre astronauti hanno improvvisato una calorosa manifestazione di saluto e di augurio. Scott e i suoi compagni hanno sorriso rispondendo con un cenno della mano.

Le spie accese

Quando leggerete queste note, Scott, Irwin e Worden con la loro astronave avranno già compiuto un bel po' di strada nello spazio interplanetario.

Fino a giovedì prossimo, l'Apollo 15 continuerà la sua corsa verso il satellite della Terra, senza altre emozioni. L'atterraggio sulla Luna di Scott e Irwin è previsto per le 18,15 di venerdì (ora di Nuova York corrispondenti alle 0,15 di sabato ora italiana). I due astronauti resteranno fra le lande seleniche per 67 ore, mentre Worden orbiterà da solo intorno alla Luna, in attesa di riprendere a bordo i due compagni.

Oggi mentre l'Apollo 15 girava intorno alla Terra, Nixon - il quale aveva assistito alla trasmissione televisiva del lancio nella sua residenza di Camp David, poco lontano da Washington - aveva espresso il proprio compiacimento per la perfetta riuscita di questa prima delicata fase della missione.

All'ultima ora si apprende che a bordo dell'"Apollo" hanno registrato un'inconveniente che, per ora, sembra da poco. Due luci del quadro di comando si sono accese e due spie sembra che si siano accese anche nella sala di controllo. Sono le lampadine che indicano l'apertura delle valvole che immettono propellente nel motore principale del veicolo di servizio per la sua accensione. Il motore, ovviamente, non si è acceso. I tecnici della NASA ritengono che si tratti di un corto circuito nel pannello di controllo e che si tratti di un inconveniente rimediabile. Ma se le valvole fossero realmente aperte forse ciò potrebbe significare qualcosa di più grave, come la perdita di propellente. Il guasto si è verificato subito dopo il "docking" fra l'astronave lunare e l'"Apollo", una volta immessi nella traiettoria interplanetaria.

I responsabili del volo hanno fatto sapere che se i "tests" e i controlli che sono ora iniziati non dimostreranno il perfetto funzionamento del motore del veicolo di servizio e di tutte le apparecchiature delle astronavi, non vi sarebbe l'atterraggio sulla Luna ma soltanto un giro intorno al globo selenico come avvenne per l'"Apollo 13".

Tuttavia vi è la diffusa speranza che il guasto sia superabile. (G.C.M.)