2016/07/23

1971/07/23: A pochi giorni dal lancio, il settimanale "Epoca" presenta la nuova missione lunare

Il settimanale italiano "Epoca" uscito in edicola venerdì 23 luglio 1971, presenta in copertina e al suo interno un ampio servizio sulla nuova missione lunare americana affidata agli astronauti David Scott, Alfred Worden e James Irwin, prossimi alla partenza programmata quando in Italia saranno le prime ore del pomeriggio di lunedì 26 luglio.

 

 

 

PRONTA AL VIA LA MISSIONE DI APOLLO 15
L'AUTO DELLA LUNA

La prossima impresa spaziale americana è la più complessa e ambiziosa finora concepita: la sua caratteristica più spettacolare è rappresentata dall'uso del veicolo a motore che qui presentiamo.   (di Franco Bertarelli)

La missione Apollo 15, che comincerà lunedì 26 luglio, è senz'altro la più difficile e ambiziosa impresa lunare americana. per la durata della permanenza sul nostro satellite naturale (67 ore invece delle 33 di Apollo 14), per la scelta del luogo di atterraggio che stavolta è realmente "in montagna" e per la complessità delle ricerche scientifiche che verranno condotte da David Scott e James Irwin, i piloti del LEM, cioè del veicolo da sbarco. Alfred Worden, il terzo astronauta che rimarrà in orbita ad attendere i suoi compagni per riportarli a casa il 7 agosto col Modulo di comando, compirà anche lui inediti esperimenti ed osservazioni con apparecchiature studiate apposta per questo volo.

Ma ciò che caratterizza l'imminente viaggio spaziale, il primo con uomini a bordo dopo la sciagura della Soyuz 11, è l'impiego di un'automobile lunare non automatica. Un veicolo che pesa (sulla Terra) due quintali, che si ripiega come un pacchetto, che è costato quasi cinque miliardi di lire, una somma non indifferente anche se considerata nella dimensione tutta particolare dei costi astronautici. Questa specie di jeep servirà a Scott e a Irwin per percorrere una quarantina di chilometri sulla superficie della Luna, senza tuttavia allontanarsi più di 7 o 8 chilometri dal punto in cui il LEM avrà posato le sue zampe di ragno.

L'impiego di un veicolo a motore faciliterà enormemente sia l'esplorazione dell'ambiente esterno, sia la raccolta di campioni lunari. Come si poté rilevare durante la missione Apollo 14, gli astronauti furono più impacciati che agevolati nel doversi tirare dietro quel celebre carrettino a mano che aveva lasciato sulla polvere selenica lucide impronte simili alla bava delle lumache, e che ogni tanto aveva corso il rischio di rovesciarsi. Stavolta, in automobile, le cose dovrebbero andare molto meglio. Ma vediamo subito com'è fatto questo straordinario veicolo, che ha ben pochi punti in comune con i congegni a quattro ruote che siamo abituati a usare sulla Terra.

La prima caratteristica è la leggerezza: 200 chili, come già detto, sono veramente pochi, anche se nella costruzione sono stati usati i materiali meno pesanti e più robusti che la tecnologia metallurgica è in grado di offrirci. Poi viene la capacità di carico, che è di 235 chili, e in questo campo si batte ogni primato per autovetture: e s'intende che sulla Luna tutto questo peserà un sesto, così come di un sesto sarà l'energia di ogni sollecitazione. L'automobile lunare (che gli americani chiamano Lunar Rover) è spinta da quattro motori elettrici, uno per ciascuna ruota, alimentati per mezzo di batterie a zinco-argento non ricaricabili, che assicurano un'autonomia di circa 90 chilometri, cioè più del doppio rispetto alle distanze che si prevede verranno percorse. La velocità massima a pieno carico è di circa 16 chilometri orari e quella minima è addirittura da tartaruga, per consentire spostamenti anche di pochi centimetri.

La guida del Lunar Rover è assicurata da una cloche posta tra i due sedili, molto simile a quella in uso sugli aeroplani, la cui manovra è semplice e istintiva. Spostando la leva in avanti si va, appunto, in avanti e a velocità sempre maggiore a seconda di quanto profondamente si spinge la leva. Spostando la cloche all'indietro, il veicolo si ferma e poi comincia ad effettuare la retromarcia. "Piegando" la leva a sinistra si svolta a sinistra, spostando la leva a destra si curva verso la stessa direzione. E tutto questo con estrema dolcezza e con una straordinaria finezza di controllo. In più, il veicolo lunare può sterzare con tutte e quattro le ruote (che sono motrici) e può girare letteralmente su se stesso, in modo da schivare ogni ostacolo.

Un bottone di sicurezza, da premere in caso di necessità, impedisce alla cloche di inserire la retromarcia per sbaglio.

I motori elettrici, che sono poi gli unici capaci di funzionare sulla Luna in assenza di atmosfera, sono lubrificati per mezzo di un sistema ermetico e con grassi speciali insensibili alle variazioni di temperatura e concepiti per agire nel vuoto.

Le ruote del veicolo sono state un grosso rompicapo per gli ingegneri costruttori, i quali hanno scartato ogni soluzione a base di pneumatici convenzionali (complesso e rischioso è il dosaggio della pressione a gravità un sesto e nel vuoto) ed hanno messo a punto un raffinatissimo sistema elastico, ottenuto mediante una carcassa di fili d'acciaio molto simile alle corde da pianoforte. Sul "battistrada", sono state applicate strisce di titanio capaci di resistere a qualsiasi abrasione. Queste ruote preziose sono fasciate da parafanghi di plastica, per impedire alla polvere di sollevarsi: data la bassa gravità lunare, un polverone "galleggiante" a lungo, perché lento a ricadere, potrebbe essere infatti molto scomodo per i due esploratori.


Il sistema automatico di navigazione

Ma il più sofisticato e geniale congegno dei molti che sono a bordo della straordinaria automobile è senz'altro il sistema per il controllo della rotta. A causa dell'orografia che nella zona da esplorare è tormentata e del breve orizzonte lunare, sarebbe infatti difficilissimo ritrovare la strada di casa una volta perduto di vista il LEM, o se la macchinetta avesse traversato tratti di suolo privi di polvere, dove la ruote non lasciano traccia. Per dare agli esploratori la certezza assoluta di compiere un ritorno esatto, il Lunar Rover è stato dotato di un'apparecchiatura elettronica capace di "imparare a memoria" la strada percorsa all'andata mediante l'acquisizione e l'analisi di molti dati, tra i quali l'orientamento astronomico, il "conto" dei metri percorsi, lo sviluppo delle curve effettuate e così via. Appena i piloti decidono di tornare indietro, l'apparecchio "racconta" loro la strada percorsa e li mantiene in rotta con estrema precisione. Durante i lunghi allenamenti che hanno preceduto il volo, il sistema automatico di navigazione ha riportato l'equipaggio al punto di partenza con errori mai superiori ai 70-80 metri su percorsi di una diecina di chilometri.

Lo stesso calcolatore elettronico miniaturizzato che serve per il controllo della rotta, provvede anche ad armonizzare il funzionamento dei quattro motori elettrici che hanno la potenza di un quarto di cavallo ciascuno e che sono situati direttamente sui mozzi delle ruote. E sempre al minuscolo "cervello" affluiscono gli ordini di marcia e di sterzata provenienti dalla sensibilissima cloche tuttofare che abbiamo già descritta.

A bordo del veicolo c'è anche una potente stazione radio, trasmittente e ricevente, che permette l'invio sulla Terra di segnali "a voce", nonché dei segnali della telecamera a colori che è installata sulla prua del Lunar Rover. Questa stazione radio funziona anche durante la marcia del veicolo, e la piccola telecamera (4 chili di peso) può essere manovrata sia dall'equipaggio, sia dal centro di controllo di Houston, s'intende per mezzo di impulsi elettromagnetici in codice. Da terra, si potrà far ruotare la telecamera di 360 gradi, si potrà brandeggiarla, si potrà variare la lunghezza focale del suo obiettivo zoom e si potrà correggere la messa a fuoco, il contrasto e la definizione dell'immagine. Se tutto funzionerà, dovremmo dunque avere, stavolta, delle immagini televisive della Luna di rara bellezza e perfezione. Tutti i segnali in partenza e in arrivo sono trasmessi e ricevuti dall'antenna a forma di ombrello rovesciato che è sulla parte anteriore del veicolo. E poiché questo verrà lasciato in prossimità del LEM, potremo vedere per la prima volta il decollo dalla Luna della sezione di risalita del "ragno", quando Scott e Irwin accenderanno i razzi per raggiungere il loro compagno rimasto ad attenderli a bordo del Modulo di comando. Da Houston, infatti, sarà possibile puntare la telecamera (e metterla a fuoco) su Falcon, come è stato battezzato il LEM di Apollo 15.  (Franco Bertarelli