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2016/07/27

1971/07/27: Il lancio di Apollo 15 su “La Stampa”

"La missione più ambiziosa che sia mai stata tentata"

Sono in viaggio verso la Luna (con un'auto nell'astronave)

L'Apollo 15 è partito da Cape Kennedy alle 15,34 di ieri, in perfetto orario - Ritornerà fra 12 giorni - Scott e Irwin esploreranno per venti ore, a bordo della jeep, i crateri della «Palude della Putredine» - Durante il ritorno osserveranno un'eclisse e faranno esperimenti scientifici - Worden uscirà nel vuoto cosmico

Allarme per l'accensione di una "spia" - La Nasa ordina di proseguire

(Dal nostro corrispondente)

New York, 25 luglio.

L'Apollo 15 è in viaggio verso la Luna. Il lancio da Capo Kennedy, l'inserimento nell'orbita terrestre, il distacco da essa, l'aggancio tra la cabina e il modulo, tutte le manovre iniziali cioè, si sono svolti regolarmente. David Scott, il comandante, James Irwin e Alfred Worden stanno bene. L'arrivo in prossimità della Luna è previsto per giovedì sera. Non occorre correzione di rotta: per le prossime 72 ore, i tre astronauti potranno dedicarsi a esperimenti scientifici e alla preparazione dello sbarco.

A tarda ora della notte si è avuto un allarme improvviso: sui pannelli della cabina di comando dell'Apollo 15 e sugli schermi del centro di controllo di Houston si erano accese delle spie luminose indicanti l'esistenza di un contro circuito nel sistema di controllo delle valvole che alimenta di carburante il motore principale del modulo di servizio. Il buon funzionamento di questo sistema è indispensabile al momento dell'arrivo del treno spaziale nel punto di inserimento su un'orbita lunare e quindi è importante per la missione lunare stessa e per il ritorno dei tre astronauti verso la Terra.

Al centro di Houston si è cercato subito di individuare il punto esatto in cui si era prodotto il corto circuito: alle due è stato accertato che si è trattato d'un guasto localizzato ad un interruttore difettoso. La Nasa autorizzava quindi gli astronauti a prosegiure la loro missione come previsto, con l'atterraggio sulla Luna.

Per alcune ore, comunque, si è avuto paura. Il portavoce del centro di controllo aveva parlato esplicitamente della probabilità di dover annullare la missione lunare (se il guasto avesse riguardato direttamente le valvole d'immissione di carburante) lasciando che il treno spaziale, non sottoposto a correzioni di rotta, facesse un giro della Luna e tornasse poi a Terra lungo la rotta cosiddetta di sicurezza.

Come tutte le partenze, anche questa è stata laboriosa. Scott, Irwin e Worden si sono alzati all'alba (le 4,19 locali, le 10,19 ora italiana) dopo un lungo sonno. Una breve visita medica, l'abituale sostanziosa colazione a base di uova e bistecca, la cerimonia della vestizione, e alle 7,05 l'ingresso nell'Apollo. Intorno a Capo Kennedy una folla enorme, la più numerosa dalla conquista della Luna due anni fa, un milione di persone, si stava svegliando «Buona fortuna» hanno gridato i 500 tecnici e i famigliari ai tre astronauti, tra strette di mano e scambi di battute.

Alle 9,34 (le 15,34 in Italia) l'Apollo 15 è salito nel cielo con cronometrica puntualità. Il gigantesco razzo Saturno 5, la cui spinta era stata aumentata di 10 mila chili circa, a causa dell'accresciuto peso della cabina e del modulo, l'ha inserito in orbita nel giro di 12 minuti.«Bel lavoro ragazzi» ha gridato Scott «un lancio perfetto». Dalla tribuna d'onore di Capo Kennedy si sono levati applausi fragorosi: c'erano, tra gli altri, nove senatori e deputati, e il sarto italiano Pucci, che ha disegnato l'emblema dell'Apollo. Il presidente Nixon, che poco prima aveva parlato al telefono coi 3 astronauti, ha seguito tutto alla televisione. Coi suoi 2500 chili compessivi in più, il vascello spaziale ha seguito un'orbita terrestre più bassa del solito, 145 chilometri anziché 152. Alle 12,30 (le 18,30 ora italiana) esso ha incominciato il lungo balzo verso la Luna. Più tardi, il modulo s'è staccato dall'involucro protettivo del Saturno, e la cabina, con un giro su se stessa, vi s'è unita.

L'Apollo 14 aveva dovuto tentare sei volte quest'operazione per un difetto dei ganci, rimasto senza spiegazione per Shepard, Mitchell e Roosa. «Tutto a posto» ha annunciato Scott «tra un po' dormiremo».

Il direttore del lancio, Walter Kapryan, ha definito la partenza «la più tranquilla e sicura della storia di Capo Kennedy». «Ieri sera un terribile temporale ha minacciato sia il razzo che l'Apollo» ha detto. «Fortunatamente, non sono caduti fulmini. Stamani le condizioni atmosferiche erano soddisfacenti». Il dottor Charles Berry ha fornito notizie sui tre astronauti «Stanno benissimo, sono di ottimo umore, hano reagito ottimamente al lancio». Il medico ha aggiunto: «Formano uno dei nostri migliori equipaggi. Ancora ieri, hanno voluto esercitarsi alla guida dell'auto lunare».

David Scott, James Irwin e Alfred Worden considerano la loro missione «dal punto di vista scientifico la più significativa mai compiuta... Un viaggio indietro nel tempo, alla creazione del sistema solare». Il loro obiettivo è una valle nella Palus Putredinis, tra gli Appennini, alti oltre 4000 metri, e la spaccatura di Hadley Rille, profonda 400. Vi si trovano formazioni naturali, soprattutto crateri, di cinque età diverse, la più antica di 4 miliardi e mezzo d'anni. Ha affermato Rocco Petrone, il direttore del programma di discendenza italiana: «è una miniera geologica, coglieremo più frutti di tutti i precedenti Apollo insieme».

Imponente è il complesso di strumenti a disposizione dei tre astronauti. L'automobile elettrica, o Rover, costruita prevalentemente in una speciale lega di alluminio, pesa 250 chili circa, costa 8 milioni di dollari, e porterà gli astronauti fino a 10 km dal modulo, per 35 km in tutto, nelle tre escursioni di sabato, domenica e lunedì prossimi, Scott e Irwin collocheranno sulla superficie una «stazione scientifica atomica» che trasmetterà dati per anni, e Worden lancerà un satellite artificiale di 35 chili che farà altrettanto in orbita per 12 mesi. Verranno montate altresì alcune telecamere, una sull'auto, per una completa «copertura» delle esplorazioni e - per la prima volta - della partenza.

Nella notte tra venerdì e sabato, all'atterraggio (le 0,15 in Italia) Scott e Irwin non scenderanno subito dal modulo 4 Falcon. Per 90 minuti, essi descriveranno la località agli scienziati del centro di Houston: tra gli scopi della missione, v'è infatti quello di tracciare una mappa particolareggiatissima del venti per cento della Luna. Gran parte di questo lavoro sarà fatto da Worden, che al ritorno verso la Terra eseguirà una «passeggiata» nello spazio di 2 ore, per prendere alcune telecamere e macchine cinematografiche dall'esterno della cabina.

David Scott e James Irwin saranno il settimo e ottavo americano a sbarcare sulla Luna. Se gli investimenti finanziari lo permetteranno, nel futuro, grazie alla loro impresa, una stazione permanente potrà essere costruita sul satellite. Esiste tutto quando necessario, dal Rover allo speciale materiale isolante del modulo.

Poco prima della partenza, il presidente Nixon aveva diramato un breve comunicato. Esso dice tra l'altro: «Quella dell'Apollo 15 è la spedizione più ambiziosa intrapresa nel cosmo. Essa rispecchia l'irrequieta ricerca del nostro futuro, l'irresistibile impulso dello spirito umano a scoprire non solo dove siamo diretti ma donde veniamo... Speriamo di capire qualcosa in più di Dio e dell'umanità... Il mio augurio all'equipaggio dell'Apollo 15 e a tutti gli uomini è: andate con Dio». La direzione di Capo Kennedy ha rammentato le parole di Armstrong al primo sbarco: «Un passo piccolo per un uomo, un balzo gigantesco per l'umanità».

Ennio Carretto

Apollo 15, la più ambiziosa missione dell'uomo nel cosmo

La Luna ha ancora molti segreti

Nella valigia degli astronauti un'automobile di alluminio

Il peso totale dell'Apollo 15 è superiore alle 48 tonnellate: è il maggior carico che sia mai stato lanciato in prossimità della Luna - Strumenti ideati apposta per l'impresa - Le telecamere

La missione iniziata ieri dalla rampa 39A di Cape Kennedy sarà soprattutto una grande impresa scientifica, la più grande e la più ambiziosa fra tutte quelle compiute fino ad oggi dall'umanità. Per registrare tutti i dati che saranno inviati a terra dall'astronave e dai veicoli lunari ci vorranno centinaia di chilometri di nastro magnetico. Saranno il risultati di esperimenti preparati non solo dagli scienziati americani ma suggeriti da scienziati di tutto il mondo, ai quali la Nasa ha chiesto la collaborazione a questo scopo fin dalla metà degli Anni 60. Un'impresa corale dell'intera umanità, insomma. E per essere in grado di svolgere in maniera adeguata questi compiti più da scienziati che da astronauti, Scott, Irwin e Worden hanno ricevuto un'istruzione supplementare singolarissima: corsi speciali di fisica, chimica, geologia, astrofisica e tutte quelle discipline più strettamente legate alle esperienze da compiere.

Estendere il programma scientifico significava aumentare il periodo di permanenza nello spazio in genere e sulla Luna in particolare. Significava assicurare ai tre astronauti ossigeno, acqua, viveri ed energia in più. Significava stivare a bordo del «treno lunare» una quantità superiore di strumenti e apparati, alcuni dei quali impiegati per la prima volta. A tutto questo hanno provveduto i tecnici delle industrie che producono il Saturno 5. Il carico utile di questo vettore, che ancora oggi è il più potente del mondo, è stato aumentato, sfruttando meglio la potenza dei suoi motori, lanciandolo con traettoria più inclinata verso Oriente (in modo da sfruttare meglio la componente della rotazione terrestre) e predisponendo un'orbita di parcheggio a quota inferiore (144 km anziché 160, come avveniva nelle missioni precedenti).

Con questi accorgimenti è stato possibile stivare a bordo un carico in più, da suddividere tra la jeep lunare (costruita di lega di alluminio) e i nuovi strumenti. Il veicolo Apollo 15, al completo dei tre moduli (m. di comando, m. lunare, m. di servizio), pesa 48,594 chili e costituisce pertanto l'oggetto spaziale più pesante finora lanciato in prossimità della Luna. Il peso degli equipaggiamenti scientifici da utilizzare durante il tragitto Terra-Luna e durante le orbitazioni intorno al satellite sarà di 476 chili (contro i 113 trasportati dall'Apollo 14). Le apparecchiature sbarcate sulla Luna peseranno 545 chili, cioé circa il doppio di quelle trasportate in precedenza.

Gli spettrometri

Quasi tutte le nuove strumentazioni sono state montate su uno speciale compartimento del modulo di servizio, cioé del cilindro sul quale l'astronave poggia fino al momento del rientro in atmosfera e che contiene il motore principale di manovra, i serbatoi del propellente e apparati vari. Il 29 luglio, tre o quattro ore prima che l'astronave scivoli in orbita lunare, l'equipaggio farà saltare il pannello che ha protetto gli strumenti fino a quel momento. Allora gli strumenti si orienteranno verso il satellite e incominceranno un lavoro che durerà sei giorni. Uno spettrometri a raggi X capterà queste radiazioni emesse spontaneamente a consentire agli scienziati di misurare la quantità e le concentrazioni degli elementi che compongono le rocce di superficie.

Le concentrazioni di materiali radioattivi saranno invece individuate e misurate da uno spettrometro a particelle Alfa e da uno spettrometro a raggi Gamma, funzionanti entrambi sullo stesso principio dello spettrometro a raggi X. Uno spettrometro di massa sarà invece fissato ad un'asta telescopica che lo allonterà dall'astronave per evitare l'interferenza delle particelle di rimbalzo. Lo strumenti campionerà le poche particelle di gas alla quota di volo dell'astronave e analizzerà la loro distribuzione.

Gli spettrometri verranno adoperati principalmente quando l'astronave orbiterà intorno alla Luna. Quello a raggi X sarà tuttavia utilissimo anche durante il tragitto di ritorno, quando verrà orientato sulle «pulsar a raggi X», misteriore stelle scoperte solo negli ultimi anni dai satelliti americani e che emettono raggi X in treni d'onda non osservabili dalla Terra dal momento che l'atmosfera terrestre filtra e assorbe i raggi X, impedendo loro di giungere fino al suolo. Le osservazioni di queste pulsar saranno le prime di questo nuovo capitolo dell'astronomia.

Per le fotografie

Nel compartimento del modulo di servizio vi saranno anche due nuovi sistemi per fotografia, molto complessi e sofisticati. Il primo è una macchina fotografica che contiene 2000 metri di pellicola alta 12,5 e sufficiente ad impressionare 1650 immagini. Ognuna di queste coprirà un'area rettangolare della Luna da 0 km per 300. L'obbiettivo scatta rapidamente tra un fotogramma e l'altro, in modo da produrre immagini visibili a tre dimensioni. La sua definizione è tanto elevata da consentire l'impressione - da 110 km di quota - di oggetti del diametro di appena due metri. Il secondo complesso servirà per i rilievi cartografici; su 560 metri di pellicola delle stesse dimensioni verranno impressi più di 3000 fotogrammi, che rappresenteranno una zona quadrata di 170 km di lato. Su ogni fotogramma apparirà un reticolo, che permetterà di scoprire eventualmente distorsioni della pellicola durante l'avvolgimento o lo sviluppo o la stampa. A questo secondo complesso è collegata una macchina astronomica che scatta automaticamente una fotografia al cielo ogni qualvolta l'altra macchina impressiona un fotogramma. Dalle stelle che figurano nelle fotografie gli scienziati possono accertare con estrema precisione la posizione della Luna e l'ubicazione dell'area ripresa dalla macchina. Un altimetro a laser registrerà con la massima precisione la quota a cui vengono scattate le singole immagini. Infatti lo strumento invia un sottile fascio di luce monocromatica coerente verso la zona fotografata e misura il tempo impiegato dal raggio a percorrere il tragitto di andata e ritorno, riuscendo così a stabilire la distanza astronave-Luna con un'approssimazione di soli 10 centimetri.

Tutti questi dati serviranno alla completazione di carte seleniche speciali, che rappresentino con estremo rigore scientifico l'aspetto della Luna, la composizione dello strato superficiale, il suo ambiente: in particolare verranno rappresentati graficamente i seguenti elementi: caratteristiche geografiche con accurate misurazioni dei crateri, delle colline e delle catene montuose, dei crepacci e dei massi isolati; caratteristiche geologiche e chimiche degli strati superficiali; proprietà magnetiche della superficie; particelle atomiche e gas in prossimità della Luna.

Il materiale fotografico resterà a bordo del modulo di servizio che come si sa deve essere sganciato o abbandonato nello spazio poco prima che l'Apollo 15 si tuffi nell'atmosfera terrestre per il rientro.

Per evitare che vada perso sarà perciò necessario che Worden vada a riprenderlo, indossando una tuta pressurizzata e compiendo una «passeggiata spaziale» all'esterno dell'astronave. Una volta a Terra, le fotografie stellari verranno affidate ad un grande computer per l'analisi. L'elaboratore esaminerà e comparerà anche le misurazioni si altitudine, le fotografie lunari e i dati delle stazioni terrestri adibite al rilevamento dell'astronave. E sarà proprio dall'esame di tutti questi elementi che la macchina potrà stabilire con straordinaria precisione il percorso orbitale della Luna intorno alla Terra, il percorso dell'astronave intorno alla Luna e l'esatta ubicazione dei punti di riferimento lunari. Da tutti questo emergerà una conoscenza migliore del corpo celeste a noi più vicino: conoscere il passato della Luna può significare anticipare vantaggiosamente l'avvenire del nostro pianeta.

Bruno Ghibaudi

Il piano di volo

LUNEDÌ 26 LUGLIO - Ore 15,34: Lancio. L'astronave Apollo consta di due sezioni: l'astronave-madre o veicolo di comando (moduli di comando e di servizio), ribattezzata per il volo «Endeavour»; e il veicolo d'atterraggio o modulo lunare, ribattezzato «Falcon». Ore 18,24: Apollo 15 ha imboccato la traiettoria translunare, abbandonando l'orbita terrestre di sosta, sotto la spinta del terzo stadio del Saturno V.

GIOVEDÌ 29 LUGLIO - Ore 22,05: Con l'aiuto del motore di servizio, in funzione frenante, Apollo 15 entra in orbita intorno alla Luna.

VENERDÌ 30 LUGLIO - Ore 02,14: Apollo 15 si porta su un'orbita lunare di discesa. L'astronave è ancora completa, in modo che si possa sfruttare il motore di servizio per l'operazione di avvicinamento e risparmiare il combustibile del motore di discesa sul modulo lunare. Ore 19,48: Il modulo lunare «Falcon» con a bordo David R.Scott e James B. Irwin, si stacca dal veicolo di comando «Endeavour» dove è rimasto Alfred M. Worden, nell'imminenza dell'atterraggio.

SABATO 31 LUGLIO - Ore 00,15: «Falcon», il modulo lunare di Apollo 15, atterra nella regione selenica di Hadley-Appennini. Ore 15,24: David R. Scott apre lo sportello del veicolo lunare, dando inizio all'attività della quarta spedizione americana sulla Luna.

DOMENICA 1° AGOSTO - Ore 12,44: Inizia la seconda escursione di Scott e Irwin sulla Luna.

LUNEDÌ 2 AGOSTO - Ore 09,24: Inizia la terza escursione lunare, che conclude l'attività della quarta spedizione sul satellite naturale della terra. Ore 19,12: «Falcon» riparte dalla Luna, decollando con il motore di ascesa. Ore 21,04: Il modulo lunare completa l'aggancio con il veicolo di comando, rimasto in attesa lungo un'orbita lunare.

MERCOLEDÌ 4 AGOSTO - Ore 23,18: Apollo 15 imbocca la traiettoria trans-terrestre di ritorno.

GIOVEDÌ 5 AGOSTO - Ore 17,34: Worden esce dalla cabina di comando per recuperare all'esterno del modulo di servizio la pellicola di una macchina fotografica.

SABATO 7 AGOSTO - Ore 22,46: Apollo 15 ammara nel Pacifico.

1971/07/27: Il lancio di Apollo 15 su “Il Giorno”

La prima pagina del quotidiano "Il Giorno" di martedì 27 luglio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

1971/07/27: Il lancio di Apollo 15 sul “Corriere della Sera”


La prima e la seconda pagina de "Il Corriere della Sera" di martedì 27 luglio 1971 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Ha avuto inizio la spettacolare missione spaziale

I tre di Apollo 15 verso la Luna

Al lancio, avvenuto alle 15,34, ha assistito un milione e mezzo di persone che si accalcavano nella zona di Cape Kennedy - Undici minuti e quarantotto secondi dopo la partenza l'immissione in orbita terrestre - Senza difficoltà la complessa manovra del "docking" fra la cabina di comando e il LEM - Scott e Irwin scenderanno sulla superficie selenica alle 0,15 di sabato (ora italiana) - Allarme nella notte

Dal nostro inviato speciale.

CAPO KENNEDY, 26 luglio.

Altri tre uomini sono da oggi in viaggio per la Luna. Gli astronauti David Scott, James Irwin e Alfred Worden, a bordo dell'"Apollo 15", si sono involati verso il cielo con un fantastico balzo. Ora percorrono sicuri la traiettoria interplanetaria che li porterà sul nostro satellite. Alle 15:34 (ora italiana), una voragine di fuoco, una nube immensa di fumo e di vapori, un boato ossessionante che si è riverberato per decine di chilometri lacerando i nostri timpani e facendo fremere l'aria e la terra, ci ha dato il segnale del "blast-off". Il gigantesco razzo "Saturno", con il suo prezioso carico umano, di strumenti e di macchine, si è staccato rapidamente dalla rampa di sostegno. Per un attimo è rimasto come fermo, sospeso a mezz'aria, poi è partito di scatto verso l'azzurro, diventando sempre più veloce e sempre più piccolo.

L'applauso

Per circa un minuto dalla tribuna stampa, quasi tremila giornalisti e cine-operatori di ogni parte del mondo (cui all'esterno della grande base spaziale di Capo Kennedy facevano ala non meno di un milione e mezzo di persone che avevano occupato con le auto, con le tende, con le roulottes ogni metro di spazio disponibile) hanno potuto seguire ben al di là di un leggerissimo velo di nubi che si era disteso sopra le nostre teste mezz'ora prima del lancio, l'affascinante cammino dell'astronave: un globo di fuoco che saliva sempre più in alto, sfuggendo all'attrazione gravitazionale della Terra. Poi, anche la sfera fiammeggiante è diventata troppo piccola perché potessimo continuare a vederla: si è dissolta nel blu più intenso, che per gli astronauti era già diventato il nero pece dello spazio cosmico: un impenetrabile tappeto buio che i puntini delle stelle e il globo del sole non riescono a rischiarare. Da ora in poi, per dodici giorni, questo sarà l'unico allucinante colore che Scott e i suoi compagni vedranno intorno alla loro astronave.

Nel cielo di Capo Kennedy due lunghe scie di fumi e di vapori, scaricate nell'aria dagli ugelli del razzo, dapprima dritte come lame si sono piegate si sono piegate a serpentina per disperdersi infine in mille geroglifici per effetto dei venti d'alta quota. Quando il tuono del Saturno si è spento, dalla tribuna stampa è esploso un applauso prolungato. Anche chi - come chi scrive - se si considera ormai un veterano di questi spettacoli, non riesce a sottrarsi all'emozione che suscita la partenza di tre uomini per la Luna, con un ordigno del genere. C'è chi ride, chi grida, chi si commuove fino alle lacrime. A tutti indistintamente viene la pelle d'oca.

Due piccoli nei

Perfette come la partenza sono state anche le prime, delicate e complesse manovre richieste per ogni viaggio lunare. Questa volta tali operazioni erano ancor più complicate dal fatto che si sta mandando verso il satellite della Terra un carico di strumenti molto maggiore di quanto era avvenuto fino ad ora.

Vi sono stati due piccoli inconvenienti. Poco prima di entrare in orbita, undici minuti e 48 secondi dopo la partenza, Scott si è accorto che la valvola che regola il sistema dei piccoli razzi attitudinali del veicolo di servizio si era chiusa, probabilmente per effetto delle violente sollecitazioni subite dal "treno spaziale" al momento della partenza o alla violenta accelerazione impressa alle astronavi dall'accensione del secondo stadio. Quando i veicoli si trovavano a più di 52 miglia da noi, il comandante dell'"Apollo 15", in collegamento con la centrale di Houston, ha rilevato l'anomalia e ha provveduto a rimettere in sesto la valvola. L'altra discrepanza sul piano di volo si è avuta quando, dopo l'abbandono dell'orbita di parcheggio intorno alla Terra, ad una quota di circa 147 chilometri, alla velocità di 28 mila chilometri orari, è stato acceso il terzo stadio del Saturno per iniziare la traiettoria translunare. L'unico potentissimo motore del razzo ha sviluppato una temperatura più alta del previsto, fornendo una spinta più elevata. Secondo il piano di volo il razzo avrebbe dovuto rimanere in funzione per cinque minuti e 55 secondi, per ottenere la seconda velocità cosmica (circa 40 mila chilometri orari) e sfuggire alla gravitazione terrestre.

Il distacco

Per non subire un'accelerazione più grande di quella stabilita dai calcoli (il che avrebbe costretto a un cambio dei piani di volo) il motore è stato spento con cinque secondi di anticipo e tutto è ripreso regolarmente. Una volta sulla strada della Luna, si sono svolte alla perfezione anche le manovre per il distacco dell'astronave dalla parte terminale del Saturno, per il rendez-vous con l'astronave lunare e per l'aggancio con essa. Eseguito il docking, senza alcuna apparente difficoltà e in brevissimo tempo, l'Apollo  con attaccato sul vertice il veicolo lunare e agganciato alla base il razzo di servizio si è posto nel previsto assetto di volo. Gli astronauti - nei brevi intervalli delle interminabili "check list" riguardanti il controllo delle varie apparecchiature - hanno anche scambiato qualche parola con i controllori di Houston, i quali avevano preso le redini della missione.

Fra i più entusiasti del perfetto inizio del viaggio dell'Apollo 15 sono stati il direttore dei futuri programmi della NASA, Werner von Braun, e il direttore del Centro spaziale di Capo Kennedy, Kurt Debus, che insieme ad una folla di autorità e personalità americane e straniere aveva assistito al lancio dalla sala di controllo. Debus ha detto: "Fieri dei risultati della nostra tecnologia e delle possibilità per le conoscenze scientifiche offerte dal programma Apollo che ha portato l'America al primo posto nelle attività spaziali, frustrati talvolta dalla nostra incapacità di far capire in pieno sia agli uomini politici sia a molta altra gente, gli incommensurabili benefici che provengono all'uomo dalle imprese cosmiche, speriamo - ha detto Debus - crediamo fermamente che i programmi spaziali servano per unificare la famiglia umana nell'esplorazione dell'universo a vantaggio della vita sulla Terra. Quando ci si chiede perché mandiamo uomini sulla Luna è facile rispondere. Posso dire - ha proseguito Debus, riferendosi alla missione dell'Apollo 15 - che si tratta del volo umano più ambizioso e più ricco di scopi scientifici: è la prima, vera e propria impresa dedicata interamente alla scienza". Scott e i suoi compagni, come vedremo dettagliatamente nei prossimi giorni, hanno da compiere una mole di lavoro semplicemente sbalorditiva. A parte le attese scorrerie con l'automobile elettrica che ha suscitato il maggior interesse del pubblico, poiché è destinata ad inaugurare l'era delle quattro ruote sulle lande lunari, i tre uomini di Apollo 15 dovranno compiere esperimenti e ricerche di ogni genere: da quelli riguardanti la Luna e la Terra a quelli che si riferiscono all'evoluzione del sistema solare, alla più profonda conoscenza dell'astro che ci dà vita e delle sue interazioni con il nostro pianeta, alle reazioni del nostro organismo nell'ambiente lunare e interplanetario.

Fra gli ospiti di riguardo presenti al lancio molto complimentato il deputato italiano Emilio Pucci che, nella sua qualità di designer di alta moda, fu incaricato dalla NASA di inventare l'emblema dell'Apollo 15: i tre boomerang con i colori della bandiera stellata (bianco, blu e rosso) che volano incrociati sullo sfondo della superficie lunare. Il boomerang vuole significare che, come la famosa arma australiana, i tre uomini partiti oggi ritorneranno sul nostro pianeta.

Eravamo giunti al "Press Site" poco prima dell'alba, dopo una notte di violenti temporali che avevano squassato l'aria intorno a Capo Kennedy facendo temere a molti un rinvio della partenza nonostante le precise assicurazioni dei meteorologi. Fortunatamente avevano ragione loro, anche se - come aveva fatto rilevare ieri sera il direttore delle operazioni di lancio Walter Kapryan - il Saturno è ormai collaudato perfino dai fulmini: dal 14 giugno scorso ben undici saette si sono scaricate sulle colossali strutture metalliche della torre di servizio che abbracciava il razzo, senza che questo subisse danni. Verso le due  (corrispondenti alle otto italiane) gli "storms" si sono dileguati. Quando siamo arrivati davanti alla rampa, il cielo era tornato limpido, le potenti lame di luce dei riflettori che inquadravano il gigantesco razzo, mostrandocelo in tutta la sua fantastica bellezza, in tutta la sua imponenza, si stagliavano contro il cielo per scomparire nell'infinito blu-nero dell'orizzonte, creando per quanto riguarda il razzo quasi l'impressione di una stella lucentissima posata in terra ma pronta a risalire nel suo ambiente.

La visione di questo veicolo, alto come il grattacielo Pirelli di Milano e che costituisce il congegno più perfetto dell'intelligenza, creato dall'inventiva, dall'abilità tecnica dell'uomo, per inviare i rappresentanti della nostra specie ad esplorare la Luna, e penetrare i segreti dello spazio interplanetario, a sfidare le leggi del cosmo, non finirà mai di affascinare, di suscitare emozioni, di accendere la fantasia.

Dai vari stadi di Saturno spessi pennacchi di vapori bianchi che si dissolvevano nell'aria ci hanno dato la prova che il riempimento dei serbatoi con i propellenti era stato ultimato regolarmente: qualcosa come 1 milione 487 mila chilogrammi di ossigeno liquido per il primo stadio, cui si debbono aggiungere gli oltre 700 mila chilogrammi di kerosene già defluiti nei serbatoi nei giorni scorsi; 376 mila chilogrammi di ossigeno liquido più 71 mila chilogrammi di idrogeno per il secondo stadio; 105 mila chilogrammi degli stessi propellenti sempre allo stato liquido per il terzo stadio.

La sveglia

Quel fumo proveniva dalle grosse valvole di scarico degli enormi serbatoi che non possono mai rimanere ermeticamente chiusi per evitare pericoli di scoppio. Si tratta di sostanze a bassissima temperatura che per effetto del riscaldamento esterno tornano allo stato gassoso e si espandono. Per questo i serbatoi del razzo vengono di continuo riforniti fino al momento della partenza.

A quell'ora per Scott, Irwin e Worden era già suonata la sveglia. L'ultima visita medica di controllo, un saluto per telefono ai familiari, poi la colazione; succo d'arancia, toast, due uova, una bistecca. Alle 5,39, accompagnati dal comandante degli astronauti della NASA, Donald Slayton, i tre esplorati lunari erano entrati nella sala bianca per la vestizione degli scafandri di volo. Il rito era durato circa un'ora. Poi - con i caschi ormai ermeticamente chiusi, la valigetta dell'ossigeno in mano, già isolati dall'ambiente terrestre per quanto riguarda la respirazione - essi hanno attraversato l'atrio a pian terreno dell'edificio loro riservato e sono usciti all'aperto per prendere posto sullo speciale autobus che li avrebbe condotti alla rampa di partenza. Una folla di tecnici della NASA, di giornalisti, di curiosi, di amici e di parenti dei tre astronauti hanno improvvisato una calorosa manifestazione di saluto e di augurio. Scott e i suoi compagni hanno sorriso rispondendo con un cenno della mano.

Le spie accese

Quando leggerete queste note, Scott, Irwin e Worden con la loro astronave avranno già compiuto un bel po' di strada nello spazio interplanetario.

Fino a giovedì prossimo, l'Apollo 15 continuerà la sua corsa verso il satellite della Terra, senza altre emozioni. L'atterraggio sulla Luna di Scott e Irwin è previsto per le 18,15 di venerdì (ora di Nuova York corrispondenti alle 0,15 di sabato ora italiana). I due astronauti resteranno fra le lande seleniche per 67 ore, mentre Worden orbiterà da solo intorno alla Luna, in attesa di riprendere a bordo i due compagni.

Oggi mentre l'Apollo 15 girava intorno alla Terra, Nixon - il quale aveva assistito alla trasmissione televisiva del lancio nella sua residenza di Camp David, poco lontano da Washington - aveva espresso il proprio compiacimento per la perfetta riuscita di questa prima delicata fase della missione.

All'ultima ora si apprende che a bordo dell'"Apollo" hanno registrato un'inconveniente che, per ora, sembra da poco. Due luci del quadro di comando si sono accese e due spie sembra che si siano accese anche nella sala di controllo. Sono le lampadine che indicano l'apertura delle valvole che immettono propellente nel motore principale del veicolo di servizio per la sua accensione. Il motore, ovviamente, non si è acceso. I tecnici della NASA ritengono che si tratti di un corto circuito nel pannello di controllo e che si tratti di un inconveniente rimediabile. Ma se le valvole fossero realmente aperte forse ciò potrebbe significare qualcosa di più grave, come la perdita di propellente. Il guasto si è verificato subito dopo il "docking" fra l'astronave lunare e l'"Apollo", una volta immessi nella traiettoria interplanetaria.

I responsabili del volo hanno fatto sapere che se i "tests" e i controlli che sono ora iniziati non dimostreranno il perfetto funzionamento del motore del veicolo di servizio e di tutte le apparecchiature delle astronavi, non vi sarebbe l'atterraggio sulla Luna ma soltanto un giro intorno al globo selenico come avvenne per l'"Apollo 13".

Tuttavia vi è la diffusa speranza che il guasto sia superabile. (G.C.M.)