2016/11/15

1971/11/15: Gli astronauti di Apollo 15 arrivano in Italia durante il loro tour europeo

Cosi come è accaduto per alcuni precedenti equipaggi delle prime storiche missioni umane sulla Luna del programma Apollo, in particolare Apollo 11, anche i protagonisti del quarto sbarco sulla superficie selenica, avvenuto lo scorso luglio-agosto, David Scott, Alfred Worden e James Irwin, vengono inviati dalla NASA e dal governo degli Stati Uniti in un tour in giro per il mondo che tocca alcune principali capitali del pianeta. L’obiettivo e evidenziare e portare a conoscenza gli aspetti scientifici della loro missione Terra-Luna-Terra, durata dodici giorni, ai vari governi, scienziati, studenti, mass-media e al pubblico in generale.

Worden, Scott e Irwin (da sinistra verso destra) a bordo di un'auto scoperta salutano la folla assiepata lungo la Fifth Avenue di New York.

Il tour ha avuto inizio il 24 agosto, poche settimane dopo il rientro sulla Terra, con la festosa parata per le vie di New York; Scott, Irwin e Worden hanno poi proseguito nelle settimane successive visitando varie città degli Stati Uniti, tra cui Washington, dove hanno tenuto un discorso durante una sessione congiunta del Congresso, poi Detroit, Salt Lake City, Chicago e Michigan.

Il 19 settembre hanno effettuato una breve tappa a Bruxelles per partecipare al 22° Congresso della Federazione Astronautica Internazionale. Dopo il ritorno in patria per ricevere altri riconoscimenti, come medaglie, premi e trofei, in novembre i tre di Apollo 15 sono tornati di nuovo in Europa per un viaggio di due settimane in cinque paesi, denominato European Goodwill Tour.

Il giorno 7, a bordo di un aereo presidenziale, sono atterrati a Londra e dopo avere incontrato alcuni rappresentanti del governo inglese hanno partecipato ad una affollatissima conferenza stampa. In questa occasione il comandante del volo David Scott ha ricordato quanto le missioni del programma Apollo abbiano dimostrato come l'uomo debba proseguire nell'esplorazione dello spazio prevedendo anche future colonie sulla Luna e un'eventuale esplorazione umana anche sui altri pianeti del Sistema Solare.

Lasciata Londra, Scott e Irwin con mogli e figli (Worden non è sposato), si sono recati a Stoccolma per una breve visita nella capitale svedese. L'11 novembre sono stati a Monaco di Baviera e dopo aver tenuto una conferenza stampa i tre ne hanno approfittato per andare a sciare sulle piste di Zugspitze, la vetta più alta delle alpi bavaresi.

Dalla Germania il 15 novembre arrivano in Italia e precisamente a Milano. Questo articolo de La Stampa del 16 novembre 1971 offre un riassunto della giornata milanese dei tre eroi di Apollo 15.

A pagina 11 de "La Stampa" di martedì 16 novembre 1971 un resoconto della visita a Milano di Scott, Worden e Irwin (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

A Milano i tre dell'“Apollo 15”

(Nostro servizio particolare) Milano, 15 novembre. "Osservata le mie settantacinque orbite, la Terra mi pareva più o meno una navicella spaziale, nella quale ognuno, riguardo alla propria sopravvivenza, è completamente dipendente dall'altro": anche questo ha detto, oggi, Worden, che, insieme con i colleghi Scott e Irwin dell'"Apollo 15", compie una visita di due giorni a Milano. Accolti stamane all'aeroporto di Linate dal sindaco Aldo Aniasi, i tre astronauti, nella mattinata, hanno preso parte ad un ricevimento ufficiale offerto in loro onore alla villa comunale, e, nel pomeriggio, hanno tenuto una conferenza stampa a palazzo Serbelloni. Il comandante Scott, robusto e sorridente, il classico giovanottone americano campione di basket o di baseball negli agoni tra colleges; Worden, tranquillamente allungato sulla poltrona, un braccio sullo schienale della sedia del compagno; Irwin, il pilota, capelli neri ed occhi scuri, piccoli, vivaci, attento e leggermente divertito.

Molte le domande: età delle rocce lunari (almeno quattro miliardi di anni); modo di orientarsi durante la loro passeggiata (gli strumenti fornivano, in ogni momento, posizione e distanza); possibili danni fisici dovuti a prolungata permanenza nel cosmo (a loro parere, nessuno).

I tre astronauti hanno detto che, risolvendo le difficoltà tecniche della comunicazione, sarebbe possibile "allunare" anche sull'altra faccia del pianeta; ma per colleghi rimasti malauguratamente bloccati sul nostro satellite non vi sarebbero possibilità di recupero e quindi di salvezza.

Sul lungo tavolo, tre campioni di roccia lunare; racchiusi in piccole teche di cristallo, fermati al centro con fili e supporti metallici, sono di colore grigio scuro, di aspetto spugnoso, grandi più o meno tre centimetri per due.

Molti flashes, riprese cinematografiche e televisive. Presenti circa duecento persone, incuriosite, vagamente eccitate: solo alcuni bambini guardavano senza il minimo stupore i pezzi di Luna e gli uomini che erano andati lassù. Al termine, intorno ai tre, ressa per gli autografi. All'uscita, discussione per ricordare il nome del primo uomo che volò nel cosmo, e la data esatta. L'inizio dell'era spaziale appartiene ormai al passato. (o.r.)

Il giorno dopo, sempre a Milano, sono le due mogli di David Scott e James Irwin ad essere protagoniste in una conferenza in una sala dell'albergo che li ospita.

L'articolo su "La Stampa" di mercoledì 17 novembre 1971 a pagina 9 dedicato sulla conferenza nel secondo giorno della visita a Milano dell'equipaggio di Apollo 15, delle mogli dei due pedoni lunari David Scott e James Irwin. (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

A Milano Ann Scott e Mary Irwin

"La Luna non ha cambiato la nostra vita di mogli"

(Nostro servizio particolare) Milano, 16 novembre. (o.r.) Ann Scott, moglie del comandante dell'Apollo 15 e Mary Ellen Irwin, consorte del pilota del modulo lunare, hanno tenuto oggi pomeriggio una conferenza stampa in una sala di un albergo del centro. Entrambe cordiali e controllate, brune, capelli lunghi, poco truccate, le signore accompagnano i rispettivi mariti nella tournee che essi, insieme con Alfred M. Worden, pilota del modulo di comando, stanno compiendo in Europa. Il viaggio, cominciato una decina di giorni fa a Cambridge, proseguito anche a Stoccolma e Monaco, si concluderà la settimana prossima, dopo le visite a Roma e Parigi.

Dalle risposte delle due giovani donne, gli astronauti sono apparsi uomini normali, preoccupati, per la loro attività, come qualsiasi professionista. "La missione sulla Luna, hanno concordemente affermato Ann ed Ellen, non ha variato per nulla il ritmo della nostra vita". Scott, che ha due figli, in famiglia parla volentieri dei problemi di lavoro; Irwin preferisce godersi la compagnia dei suoi quattro bambini. Il primo, nel tempo libero fa sci, anche nautico; il secondo, dipinge.

Il loro stipendio è pari a quello di un alto ufficiale (buono, ma non particolarmente ricco: "Tant'è vero, ha aggiunto la Irwin, che io non ho nemmeno una pelliccia"). Quando vanno sulla Luna, percepiscono una trasferta eguale a quella che ricevono in occasione di viaggi sul nostro pianeta. Le loro consorti hanno ancora raccontato di occuparsi personalmente dell'andamento della casa, di avere l'aiuto di una cameriera una volta per settimana, di attenersi a metodi "all'antica" per l'educazione dei figli.

Il 18 novembre Scott, Irwin e Worden con famiglie al seguito si recano a Roma, dove vengono ricevuti in udienza privata da papa Paolo VI, che ha seguito con particolare interesse il loro viaggio alla Luna, come descritto in 1971/08/01: L'Angelus domenicale di Papa Paolo VI dedicato agli astronauti di Apollo 15 in questa Timeline.

Per un resoconto completo del tour mondiale degli astronauti di Apollo 15 si può consultare 50 Years Ago: Apollo 15 Astronauts Post Mission Activities.